Nigeria – Situazione in Niger, don Crisafulli: “Dobbiamo andare per la via pacifica del dialogo: questa è l’unica via possibile”

(ANS – Lagos) – “Un intervento militare in Niger creerebbe una situazione molto pericolosa e delicata, potrebbe creare una guerra nell’Africa Occidentale dalle conseguenze molto difficili e complicate per la regione, l’Africa e il mondo intero (…) Tutte le potenze devono essere rispettose della situazione di questi Paesi. Dobbiamo andare per la via pacifica del dialogo: questa è l’unica via possibile”. Parla in modo molto chiaro don Jorge Crisafulli, da pochi mesi Superiore della nuova Ispettoria Africa Nigeria e Niger (ANN), in merito alla situazione venutasi a creare in Africa occidentale dopo il colpo di stato in Niger.

Il territorio della nuova Ispettoria ANN copre proprio i Paesi al centro delle attuali tensioni internazionali, e il timore di un espandersi delle tensioni in tutta l’area del Sahel scuote anche la Chiesa africana. “In questo momento la situazione è molto delicata: come salesiani volevamo aprire una nuova missione in Niger a settembre ma ora è diventato impossibile” ha riferito a “Vatican News” il salesiano, nato a Bahía Blanca, in Argentina, ma da oltre 30 anni missionario in tutta l’Africa Occidentale.

Don Crisafulli ricorda poi che tutte le minoranze in Niger vivono in una situazione che era complicata già prima del conflitto e “che ora lo è ancora di più”. “La presenza di gruppi di estremisti islamici è un problema immenso, l’attuale vescovo di Niamey ha chiuso tutte le presenze della Chiesa nelle zone rurali a causa degli estremisti che attaccano i villaggi”.

“Ci ha detto a noi salesiani – aggiunge – di non andare nelle zone rurali e che avremmo potuto aprire una missione solo nella capitale”. L’Ispettore dei salesiani di ANN riferisce anche che tutte le frontiere con il Niger sono chiuse, gli autotrasportatori sono bloccati e che per i migranti che vogliono raggiungere il Mediterraneo è molto pericoloso attraversare il confine in questo momento.

C’è inoltre preoccupazione per i nigeriani che lavorano in Niger, “pensiamo che possano ricevere attacchi”. E il tutto è complicato da “la presenza del gruppo mercenario russo Wagner e un sentimento negativo contro l’Europa e la Francia”.

Di fronte al pericolo potenziale e concreto di una guerra dagli esiti imprevedibili, il salesiano osserva che le potenze esterne “hanno solo un interesse economico e geopolitico, non credo siano interessate alle persone”, e probabilmente “mirano alle risorse naturali, l’uranio, l’oro…”. L’appello di un Figlio di Don Bosco, invece, non può essere che quello di “rispettare l’Africa le sue tradizioni, le sue culture e le sue istituzioni”, perché “il neocolonialismo culturale ed economico è dannoso” mentre ci sarebbe “anche da imparare dall’Africa”.

In definitiva il missionario argentino chiede di compiere ogni sforzo possibile per evitare una guerra fratricida tra africani e invita a lavorare tutti insieme per la pace, mettendo in gioco in prima persona gli stessi salesiani: “Dobbiamo costruire la pace tutti insieme, militari, politici, leader religiosi e gruppi etnici (…) Don Bosco potrebbe essere un mezzo di pacificazione: l’Africa ha bisogno di educazione prima di ogni cosa. E i salesiani con le loro scuole possono avere un ruolo di mediazione e pacificazione. Quando la gente ha ricevuto educazione non può essere manipolata”.

Fonte: Vatican News

InfoANS

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