Era sabato 2 aprile del 1955, vigilia della domenica delle Palme quando un giovane venticinquenne formando salesiano di Torino, dopo un viaggio in nave iniziato a Genova e durato un mese, sbarcò in Giappone, a Yokohama.
Il nome di quel giovane seminarista è don Gaetano Compri ed oggi ha 90 anni di età, 65 di missione, tutti passati in Giappone, e 62 di sacerdozio. Oggi risiede a Chofu una città dell’area metropolitana di Tokio, dove si trovano la parrocchia, il centro salesiano e la sede del museo dedicato al venerabile monsignor Vincenzo Cimatti, il “Don Bosco del Giappone” fondatore, nel 1926, della missione e dell’opera salesiana nel Paese del Sol Levante. Lì si trova anche la cappella dove è conservato il corpo di mons. Cimatti, ritrovato inspiegabilmente intatto dopo dieci anni dalla sua morte, quando fu disseppellito per iniziare la causa di beatificazione.
“Ho avuto la grazia di conoscere personalmente don Cimatti. Avevo solo 25 anni e dovevo terminare gli ultimi due anni di Teologia. Allora ancora studiavamo tutto in latino!”, ricorda don Compri sorridendo.
Questo suo legame col Don Bosco del Giappone non si è mai interrotto. Don Compri è diventato vicepostulatore della sua causa di beatificazione, curatore e Direttore fino a poche settimane fa del museo dedicato al venerabile, ed è anche l’autore di Vincenzo Cimatti, l’autobiografia da lui non scritta, un libro frutto di una lunga e minuziosa consultazione di più di 10mila documenti costituiti da lettere, circolari, relazioni e articoli, in gran parte autografi di mons. Cimatti, la cui raccolta può davvero considerarsi una vera e propria “autobiografia” scritta di suo pugno. Don Compri oltre alla edizione italiana ha pubblicato la stessa raccolta anche in due volumi in lingua giapponese.
“Stiamo aspettando che si manifesti un miracolo per la beatificazione – aggiunge –. Era molto umile e credo sia necessario insistere molto con lui per convincerlo a compierlo”.
Nei suoi anni di attività missionaria il novantenne salesiano è stato insegnante e preside di scuole e istituti salesiani, direttore di orfanotrofi, collaboratore della casa editrice salesiana di Tokio, autore di più di 30 testi in lingua giapponese tra i quali ben sei sulla Sacra Sindone, della quale è esperto e infaticabile divulgatore tra i Giapponesi, attraverso convegni, seminari e mostre allestite in tutto il Paese, anche grazie alla replica autentica ricevuta in dono dall’arcivescovo di Torino.
Ha anche curato per più di due anni una rubrica televisiva dove ha presentato in forma semplice Vecchio e Nuovo Testamento: “Ma quello che più conta – dice divertito – è che alla fine la conduttrice della trasmissione, il marito ed i figli si sono tutti battezzati”.
Si percepisce dalle parole di don Compri come il suo spirito missionario non si sia mai spento, portandolo ad una particolare sensibilità verso il modo di sentire e di pensare dei Giapponesi. “Ho imparato da don Cimatti che per evangelizzare il Giappone occorre amarlo, viverlo e capirlo”. Sentendolo, viene in mente un episodio della vita del venerabile: viaggiando su un treno aprì e mangiò il suo “bento”, una sorta di pranzo al sacco nipponico, e un viaggiatore giapponese, vedendolo, gli disse “Da come lei ha mangiato il suo bento ho capito che ama il Giappone”.
Chiediamo a don Compri di darci la sua chiave di lettura su questa vicenda del Covid-19. “Nostro Signore domina e guida la storia, che è storia di salvezza – afferma –. Anche questa vicenda deve pur avere un significato ed un risvolto per il bene dell’uomo. Questo tempo che ci costringe a rallentare i ritmi e a vivere la quotidianità in modo diverso, ci sta in un certo senso invitando a riprendere in mano la nostra vita, a riconoscere i nostri limiti, resi evidenti dalla impotenza di fronte all’insorgere di un piccolo virus, a recuperare la centralità della persona e della famiglia nella coscienza dei singoli e delle classi dirigenti ed infine ad interrogarci, in un modo o in un altro, sul senso ed il fine della nostra esistenza. Mi sembra un tempo favorevole per tornare a Dio”.
Questi temi sono cari al sacerdote salesiano e hanno costituito il filo conduttore del suo lavoro missionario tra i Giapponesi, credenti e non. Ne ha parlato e ne parla costantemente nella sua attività pastorale nella parrocchia e in alcuni dei suoi libri, scritti, ci tiene a precisare, con un linguaggio semplice e immediato, legato alla vita concreta, per cercare di arrivare anche a quei tanti Giapponesi che non conoscono la fede cattolica. È il caso del suo ultimo lavoro intitolato Ninnghen toshite no testugaku, (Filosofia sull’uomo), che per la prima volta è stato scelto da una casa editrice laica che ha come suo target principale i giovani, e che lo ha pubblicato ad ottobre dello scorso anno.
“Ormai mi sembra che tutto il mondo tenda a rimuovere e ad evitare questi argomenti, ma la società giapponese, in particolare, tutta organizzata ed orientata all’efficienza ottenuta attraverso l’applicazione di procedure standardizzate da apprendere ed eseguire, non aiuta la persona a riflettere e a pensare in profondità”. Poi spiega come già nella scuola gli studenti sono iniziati a questo atteggiamento mentale e sono perciò formati ad imparare a memoria risposte o soluzioni piuttosto che a elaborarle e pensarle. “Per questo ho voluto scrivere questo libro che riprende e sviluppa i contenuti di una mia precedente pubblicazione che avevo titolato Ninghen o kangaeru, cioè ‘Pensare l’uomo’. Anche stavolta, come faccio sempre, descrivo la realtà, pongo delle domande e propongo la risposta cristiana”.
Pochi mesi dopo l’uscita è arrivato il nuovo coronavirus a porre interrogativi anche ai Giapponesi, che si sono trovati improvvisamente senza scuola e lavoro che sono i luoghi ed i punti di riferimento della loro cultura e della loro vita, sostituiti ora da casa e famiglia, con tutti i pro e i contro.
E come ha vissuto questo saggio salesiano la Pasqua? “Le comunità religiose non hanno avuto restrizioni particolari e ho potuto celebrare con i confratelli che sono qui i riti della Settimana Santa – spiega –. La parrocchia invece è chiusa, ma anche quest’anno ho potuto preparare 5 catecumeni adulti giapponesi per ricevere il Battesimo”.
“Nonostante il coronavirus – conclude il sacerdote salesiano – si è portato a termine il percorso, anche se lo si è dovuto fare in forma privata. Il Battesimo è stato qui nella parrocchia di Chofu, al pomeriggio del giorno di Pasqua, alle 14:00, con la sola partecipazione dei padrini e dei familiari più stretti, rispettando le indicazioni le misure di prevenzione e di sicurezza indicate dal nostro Arcivescovo e dal Governo”.
Massimo Succi
Fonte: SIR