Il docente, Professore Associato della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica del Cile, ha focalizzato il suo intervento a partire da una frase della lettere inviata da Papa Francesco al popolo di Dio in Cile, laddove scrive: “la Chiesa ha bisogno che vi facciate la carta d’identità degli adulti, degli adulti spiritualmente parlando, e abbiate il coraggio di dirci cosa provate e cosa pensate”.
Per il prof. Bentué, la lettera del Santo Padre è stato un appello a non aver paura, perché i tempi di crisi che la Chiesa cilena sta vivendo possono essere un segno per ritrovare il proprio baricentro e tornare all’essenza del cristianesimo.
Per quanto riguarda il ruolo dei laici, il teologo ha affermato che la domanda principale che dobbiamo porci è: “Quanto siamo stati coerenti con il magistero della Chiesa?” e ha sottolineato la grande responsabilità fraterna che i laici hanno nell’aiutare i “fratelli consacrati” a svolgere il loro lavoro pastorale.
“Credo che questi confronti e dibattiti siano uno stimolo a continuare l’impegno di assumere il nostro vero ruolo come laici. Penso che ci sia molto lavoro da fare, ma le persone sono sempre più coinvolte. Se ognuno fa la sua parte, possiamo fare in modo che le cose migliorino”, ha detto Rocio Olivé, del gruppo della Famiglia Salesiana “Cancão Nova”.
Per Manuel Poza, diacono permanente della parrocchia “San Giovanni Bosco”, l’iniziativa è stata positiva e quanto presentato dal prof. Bentué è in sintonia con ciò che il Santo Padre vuole: “Che i laici non abbiano tanta dipendenza dai sacerdoti e allo stesso tempo ci sia vera collaborazione tra i due gruppi. I laici sono desiderosi di proporre idee per migliorare la nostra Chiesa e il nostro rapporto con le persone consacrate”, ha detto.
L'incontro ha avuto un secondo momento in cui i presenti hanno potuto porre domande al prof. Bentué. In questa fase quale sono stati dibattuti altri argomenti di grande rilevanza, come, ad esempio: “Cosa facciamo con l’educazione alla fede?”; “Qual è l’essenza del cristianesimo”, e “Quand’è che abbiamo lasciato Gesù fuori dalla nostra chiesa?”
L’appuntamento si è concluso con l’invito a continuare la riflessione nei diversi gruppi e a lavorare su come tradurre le idee in azioni concrete.