Ricco il parterre degli ospiti illustri presenti, a cominciare dal Console Generale d’Italia, dott. Francesco Genuardi, e del cardinale salesiano Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e Coordinatore del Consiglio dei Cardinali, e proseguendo poi con il Prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione, dott. Paolo Ruffini, e con il prof. Luigi Frati, già Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, accompagnati da diverse altre personalità del mondo accademico ed ecclesiastico che hanno animato il dibattito in una sala affollata e grandemente interessata al tema della ricerca di Dio e della possibilità della salvezza in Cristo, offerta a tutti gli uomini.
“Tutti cercano in qualche modo Dio e la questione della salvezza – ha spiegato don Kavalakatt – è un tema di forte risonanza, oggi come anche prima del Concilio Vaticano II, che ha prodotto studi, interpellato esperti e teologi e che ha avuto un graduale sviluppo storico”.
Il libro del salesiano, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, nella collana Fede e Dialogo, ad un anno dalla sua pubblicazione continua a suscitare un interesse tra il pubblico superiore alle aspettative, al di là del naturale interesse degli studiosi della materia per un’opera ampia ed accurata e con un grande corredo di riferimenti bibliografici.
Il testo, infatti, raccoglie in 750 pagine gli insegnamenti dei Padri conciliari del Vaticano II e poi il Magistero pontificio di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, riportandone anche gli echi, le adesioni e le critiche sollevate, interne ed esterne alla comunità ecclesiale.
Come ha sottolineato il cardinale Maradiaga, il testo rappresenta un lavoro approfondito e prezioso sul “rapporto fra teologia delle religioni e salvezza dei non cristiani, diventato più acuto dopo il Vaticano II”. “Il Magistero, naturalmente – ha aggiunto il porporato – non si è fermato al Concilio” ma “in relazione con la discussione teologica e con l’incremento del dialogo interreligioso, in diversi ambiti e in diversi livelli, i Papi hanno continuato l’insegnamento su questi temi”. E “come spesso capita – ha osservato ancora il cardinale - dopo i pronunciamenti magisteriali, la riflessione teologica riprende e approfondisce i temi trattati. La storia del Concilio vaticano non costituisce un’eccezione a questa regola. Sappiamo anche bene, che per quanto riguarda i punti oggetto di questo lavoro, non tutti i contributi teologici potevano essere pacificamente accolti”.
Tra “le pagine più commoventi e innovative”, “nel percorso della grazia e della salvezza in Gesù Cristo che raggiunge ‘gli altri’ (i non cristiani) in modi ‘meravigliosi’” il porporato ha segnalato quelle dedicate agli insegnamenti più recenti di Papa Francesco, attraverso l’analisi delle omelie di Santa Marta, le catechesi per le udienze generali e gli Angelus, dove risulta facilmente comprensibile che “la porta della salvezza è stretta, ma sempre aperta tutti”.
“La Chiesa accompagna l’uomo e indica la strada che Essa conosce – ha ricordato infine don Kavalakatt – Dio non ci ha rivelato altri progetti di salvezza. Egli è libero di raggiungere gli uomini come vuole ma a noi ha manifestato quest’unico modo, il modo trinitario di salvezza… Non sappiamo se ci sono altre vie possibili della salvezza perché l’unica rivelata da Cristo è questa ma se ci sono altre vie, solo Dio le conosce”.
di Roberta Gisotti
Fonte: Vatican News