Nelle giornate di riflessione che hanno preceduto il rinnovo dei voti, Martin si è interrogato a lungo: “Sono stato accompagnato nel tornare alle Costituzioni, alle radici, e a riconsiderare la mia vocazione sotto quell’ottica. C’è ancora in me il desiderio di essere salesiano? La mia vocazione missionaria è radicata in questa Ispettoria? Il mio direttore spirituale mi ha aiutato parlando con me e guidandomi nelle Scritture e attraverso altre letture, per studiare e riflettere, e ci siamo incontrati ogni giorno per parlare di come questo influisca sui miei pensieri e sentimenti relativi alla mia vocazione”.
Come per molti altri, la vocazione di Martin è “a più livelli”: ad essere salesiano, al sacerdozio e a servire Dio come missionario in un altro Paese. Ma queste importanti riflessioni non hanno tolto il sorriso al salesiano, durante i giorni di ritiro: “Don Bosco diceva: ‘un santo triste è un triste santo’, quindi qui siamo sempre felici durante i ritiri. Quando gli altri ti vedono felice, puoi essere fonte d’ispirazione per loro”.
Dal punto di vista culturale, ha imparato ad adattarsi rapidamente a quegli aspetti della società britannica molto diversi da quelli del suo Paese. “All’inizio, quando parlavo con i giovani, gli chiedevo della loro famiglia, di chi vive a casa con loro. Nella mia cultura, la separazione e il divorzio sono rari, ma qui ci sono molti tipi di famiglie diverse e i bambini non sempre hanno nelle loro famiglie i modelli di ruolo a cui ero abituato. C’è, inoltre, una temporaneità, nella società britannica, che mi ha sorpreso, mentre da noi in India cerchiamo di far durare le cose. Quando scelgo un paio di scarpe, ad esempio, per me dovrebbero durare anni, ma qui la gente compra cose aspettandosi di buttarle via presto”.
Quanto alla sua esperienza nell’équipe della casa per ritiri alla ‘Savio House’, Martin gli dà grande valore: “Mi ha aperto gli occhi. È un’esperienza molto incoraggiante, non ho mai conosciuto così tanti laici in una comunità! Mi ha sfidato e rafforzato la mia vocazione. Vivere con i giovani e conoscerli più da vicino… Ora ho tanti fratelli e sorelle!”
Ma non solo i laici per i salesiani; anche i religiosi possono avere un positivo impatto sui giovani adulti che fanno parte della comunità “Savio House”. Martin sottolinea che passare un anno come volontario nell’équipe della casa per ritiri (e in alcuni casi anche più di un anno) non significhi solo mettersi al servizio dei giovani che vengono dall’esterno: “Ai volontari offriamo l’opportunità di condividere la nostra vita comunitaria, di vedere la nostra vita di preghiera e di unirsi a noi nella preghiera… Le persone, i laici che hanno fatto parte della comunità vogliono tornare poi dai salesiani e restano in contatto con noi. Sono toccati dallo spirito salesiano”.
“Un anno trascorso alla ‘Savio House’ – prosegue – è un passo avanti nell’esplorazione della propria vita cristiana. La chiamata di Dio al sacerdozio o alla vita religiosa può richiedere del tempo, ma questo tipo di esperienza sta portando delle vocazioni: non necessariamente al sacerdozio, ma alle tante forme i vita cristiana, perché i volontari hanno la possibilità di esplorare molte vocazioni. Sono chiamato a fare l’animatore giovanile? L’educatore? Sono chiamato a formare una mia famiglia? Ogni vocazione è opera di Dio!”.
Per saperne di più sulle vocazioni salesiane nell’Ispettoria della Gran Bretagna: www.salesianvocations.co.uk/
Fonte: Salesians UK