“Tutte si muovono sul crinale tra la volontà di rinnovamento e la prudenza della continuità” ha osservato la Segreteria, che ha anche cercato di dare un senso alle votazioni, che si dovrebbero svolgere con pesi diversi a seconda che la mozione sia più inclinata verso uno o l’altro crinale. Infatti, le innovazioni che modificano le Costituzioni necessitano di una maggioranza dei due terzi, mentre le Delibere che lasciano le cose allo stato in cui si trovano possono essere approvate semplicemente a maggioranza di metà, più uno.
Le delibere sottoposte ai Capitolari sono state dunque ulteriormente selezionate e ridotte a tre per questa sessione: quanto ha deciso il CG29 con il voto dei presenti si sintetizza con il coordinamento interno fra i Settori del Consiglio Generale e lascia inalterata la conformazione dei membri del Consiglio.
Decisamente impegnativa la discussione sulle schede 8, 9 e 10 che presentano la possibilità di aprire ai coadiutori i ruoli di animazione e governo a livello di Direttori, Ispettori e Rettor Maggiore. Si è già riferito nelle cronache dei giorni scorsi sugli orientamenti diversificati delle Commissioni. Mercoledì 12 marzo la parola su questi temi è tornata anche in sede assembleare, con numerosi interventi che – tutti in spirito fraterno – hanno sottolineato i pro e i contro relativi a ciascuna possibilità.
Tuttavia, la corrente che spira richiama costantemente la necessità di rispettare l’invito del Rettore Maggiore uscente, Don Ángel Fernández Artime, ad avere capacità di una visione rispettosa della storia, ma proiettata verso il futuro. Per questa ragione il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez, che segue ogni giorno i lavori, è stato invitato a esporre brevemente quanto, dal Concilio a oggi, i Rettori Maggiori hanno espresso in merito alla considerazione del loro stesso ruolo.
Tutti i partecipanti alla discussione si richiamano alle origini della Congregazione per sostenere un punto di vista a favore o contro l’adozione della mozione ispirata dal rescritto pontificio, ma – come è stato osservato – ciascuno avverte la declinazione nel presente delle scelte di Don Bosco con la propria sensibilità e con la propria esperienza del carisma.
Un ragionamento distinto, ma per certe impostazioni analogo, verrà a riguardare presto - fanno presente alcuni - le responsabilità dei laici (non consacrati) che già cooperano ampiamente con i salesiani in molte parti del mondo. Senza trascurare poi il fatto che la peculiarità della Congregazione all’interno della Chiesa non è una caratteristica che la esenti dal partecipare al cammino universale: e dunque gli inviti di Francesco ad essere profetici dovrebbero essere ascoltati oggi come il Fondatore ascoltò quelli di Pio IX nel suo tempo.
Come ha rilevato e proposto il Presidente, don Stefano Martoglio, occorre ancora pregare, discernere individualmente e fraternamente per arrivare in maniera matura a una formulazione di indirizzo per il nuovo Consiglio Generale sul tema del coinvolgimento dei laici consacrati in tutti i livelli della Congregazione.
Da questo punto di vista, pur se introdotta come “fuori tema”, potrebbe avere una rilevanza propria – anche sotto il profilo del tema in discussione – la mozione che il rappresentante della Famiglia salesiana, don Joan Lluis Playà Morera, ha presentato circa il diritto di voto del Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana.
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