Vaticano - Comunità Zeffirino Namuncurá in pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro

05 Marzo 2025

Città del Vaticano, Vaticano – marzo 2025 – Seguendo l’esempio delle migliaia di pellegrini che hanno già varcato la Porta Santa in questo Giubileo della Speranza, anche la Comunità Zeffirino Namuncurà ha vissuto il suo pellegrinaggio durante il ritiro trimestrale. La preparazione è iniziata la sera del 28 febbraio con un momento di animazione che è servito per disporre lo spirito, conoscere i passi per ricevere l’indulgenza plenaria, l’itinerario del pellegrinaggio e il kit del pellegrino. Il 1° marzo la giornata è iniziata presso la Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, con una mattinata di riflessione guidata da don Guido Benzi, professore di Sacra Scrittura all’Università Pontifica Salesiana.

La comunità di Sant’Egidio, che cura il servizio pastorale in quella basilica, ha messo a disposizione gli ambienti del museo dei martiri del XX/XXI secolo, voluto da San Giovanni Paolo II e allestito nelle cripte sottostanti la basilica. Durante il silenzio potersi fermare a contemplare e pregare di fronte alle storie e reliquie di questi testimoni della fede dai 5 continenti è stato di grande significato, vista anche la provenienza da 27 Paesi dei salesiani, molti dei quali rappresentati nelle testimonianze dei martiri. L’isola Tiberina è anche il luogo della nascita al cielo del patrono della nostra comunità, il Beato Zeffirino Namuncurá, morto nell’ospedale dei Fatebenefratelli, davanti alla Basilica, l’11 maggio 1905.

Nel pomeriggio, il cammino verso San Pietro ha avuto un primo momento di condivisone a gruppi di tre camminando sul Lungo Tevere, ispirato dalle domande che don Guido ha lasciato a conclusione della meditazione proposta. Nella seconda parte del cammino, lungo la riva del fiume, i misteri del rosario in varie lingue hanno preparato l’inizio dell’ultimo tratto del pellegrinaggio, insieme a migliaia di altri pellegrini. La partenza dietro la croce consegnata a Piazza Pia li ha visti insieme alla comunità Don Rua dell’UPS: oltre 100 confratelli da tante ispettorie del mondo insieme lungo via della Conciliazione e in piazza San Pietro. Anche questo è stato un segno importante per questa giornata.

Il percorso dedicato ai pellegrini con i materiali e le indicazioni date per la preghiera è di grande aiuto per vivere al meglio questo momento clou del giubileo, stimolati dall’esempio di fede e preghiera di tanti altri fedeli che in tante lingue fanno la stessa esperienza.

Varcata in silenzio la Porta Santa, il cammino si è concluso con la professione di fede di fronte all’altare della confessione, sopra la tomba di San Pietro, non senza commozione per quello che il trovarsi lì insieme da tanti paesi uniti dalla stessa radice di fede e in comunione con tutta la Chiesa “una, santa, cattolica, apostolica” – formula che abbiamo ripetuta nel credo ogni domenica fino ad oggi – veniva in quel momento a significare.

Un tocco “salesiano” breve ma intenso è seguito nel trovarci subito dopo alla sinistra dell’altare della confessione, dove si possono contemplare dallo stesso punto le due statue di Don Bosco e San Francesco di Sales e nella direzione opposta il medaglione con il mosaico di santa Maria Domenica Mazzarello.

La celebrazione dei vespri nella cappella della cripta dedicata alla Madonna Nera di Czestochowa ha coronato la giornata.

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