La Positio ha avuto come relatore don Szczepan Tadeusz Praśkiewicz, OCD, come Postulatore don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, e come Collaboratore il dottor Matteo Penati. Elementi strutturali della “Positio” – che presenta in modo articolato ed approfondito tutto l’apparato probatorio documentale e testificale riguardante la vita virtuosa del Servo di Dio – sono: una breve presentazione da parte del Relatore; l’Informatio super virtutibus, ossia la parte teologica nella quale viene dimostrata la vita virtuosa del Servo di Dio; i due Summarium con le prove testificali e documentali; la Biographia ex Documentis; le Sessioni ultime e l’apparato iconografico.
Dopo la consegna, la Positio sarà esaminata dai Consultori Teologi del Dicastero delle Cause dei Santi. Quindi, sarà studiata dai Cardinali e Vescovi: queste articolate tappe di studio e valutazione permetteranno al Sommo Pontefice, in caso di esito positivo, di dichiarare Mons. Oreste Marengo “Venerabile Servo di Dio”. Servirà poi un miracolo attribuito alla sua intercessione per aprire la strada verso la Beatificazione.
Tale notizia ha suscitato grande gioia nella Diocesi di Alba e a Diano d’Alba (Cuneo), paese natale del Servo di Dio, dove da alcuni anni un gruppo di persone si dedica a promuovere la Causa del Servo di Dio che si distinse per il suo zelo apostolico come missionario nel Nord Est dell’India.
Oreste Marengo, nacque il 29 agosto 1906 a Diano d’Alba, figlio di Lorenzo e Agostina Montaldo, contadini. Ebbe un fratello minore, Cesare, e tre fratelli maggiori: Maria Agnese, divenuta poi Suora della Carità di Santa Maria Antida Thouret; Giuseppe, che diverrà sacerdote diocesano, e Natale.
Frequentando la chiesa del paese – il cui parroco, don Giuseppe Falletti, era stato amico e ammiratore di San Giovanni Bosco – e studiando nella scuola condotta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, il piccolo Oreste ebbe contatto con la variegata realtà salesiana, che approfondì ulteriormente quando da tredicenne si trasferì a Torino-Valdocco, al liceo salesiano, incontrandovi i salesiani della prima generazione.
Iniziato nel 1923 il noviziato a Foglizzo, nel dicembre dello stesso anno partì con alcuni compagni per l’Assam, nel Nord-Est dell’India, dove compì la formazione spirituale e intellettuale, emettendo il 21 gennaio 1925 i voti semplici e il 21 gennaio 1928 quelli perpetui.
Mentre faceva esperienza pastorale a fianco del suo confratello Costantino Vendrame, oggi Servo di Dio, il 24 febbraio 1932 ricevette il diaconato, e il 2 aprile dello stesso anno il presbiterato. Impegnato senza risparmiarsi nell’attività della prima evangelizzazione, nel 1936, a soli 4 anni dall’ordinazione sacerdotale, divenne Maestro dei novizi e nel 1940, Direttore dello studentato filosofico della Missione.
Nel 1951, eretta dalla Santa Sede la nuova diocesi di Dibrugarh, nello Stato di Manipur, ne venne nominato primo Vescovo. Dopo 28 anni, tornò per la prima volta in Italia e il 27 dicembre 1951 ricevette nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino la consacrazione episcopale. Nel 1962 fece ritorno in Italia per la seconda volta, per partecipare alla prima sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Fu Vescovo di Dibrugarh fino al 1964, anno in cui la Santa Sede lo nominò ordinario della nuova diocesi di Tezpur, nello Stato di Assam, di cui pose le fondamenta, e nel 1969 consegnò il suo governo ad un nuovo vescovo indiano, date le direttive postconciliari invitanti alla nomina di vescovi autoctoni. Al tempo stesso, per tre anni aiutò il nuovo vescovo nella pastorale, servendo generosamente i fedeli.
Nel 1972 la Santa Sede gli affidò la cura dell’organizzazione di una nuova diocesi, quella di Tura, nello stato del Meghalaya, confinante con l’Assam. Vi arrivò il 22 luglio 1972 e svolse il suo ministero quale Amministratore Apostolico fino al 2 gennaio 1978, quando, ormai 72enne, si dimise dall’amministrazione della diocesi, rimanendovi però, finché le forze glielo permisero, come missionario molto impegnato nella pastorale.
Per volere dei superiori, nel 1992 si stabilì presso il “Bosco Mount”, sede del noviziato salesiano a Tura, per essere per i novizi indigeni quello che furono per lui, in Italia, soprattutto a Valdocco, i salesiani primi discepoli di Don Bosco.
Dal 1993 cominciò ad avere problemi di salute e varie volte venne ricoverato in ospedale: dovette subire un’operazione di ernia, soffrì di diabete e flebite, ebbe problemi respiratori e gastrici. Comunque, impegnò gran parte del tempo alla preghiera, preparandosi all’incontro definitivo col Signore, avvenuto nel primo pomeriggio del 30 luglio 1998.