La “Don Bosco Care Home” lavora da quasi un decennio per migliorare le cure mediche rivolte ai bambini contagiati e per sensibilizzare la cittadinanza locale sul tema dell’HIV/AIDS. I salesiani forniscono assistenza medica, promuovono un approccio positivo al problema e lavorano per rompere lo stigma sociale.
Ai giovani affidati alle loro cure, i salesiani forniscono un’alimentazione adeguata, cure mediche specifiche, educazione di qualità, attività ricreative e accompagnamento e consulenza psicologica. La casa è stata anche autorizzata dal governo ad avviare una scuola speciale nel campus, ed è molto apprezzata, con un numero crescente di giovani ospiti – dai 73 del 2019 agli attuali 83.
Per questo, i salesiani avevano bisogno di ampliare le strutture abitative e i bagni.
Grazie all’intervento di “Salesian Missions” e dei benefattori da essa coinvolti, i salesiani di Nilavarapatti hanno potuto costruire lo scorso anno una sala comunitaria polivalente con un dormitorio e un blocco di servizi igienici aggiuntivi. La sala può essere utilizzata come spazio dove tutti i giovani partecipano a corsi sulla salute, programmi motivazionali e giochi; mentre i nuovi servizi consentono un ambiente più igienico per i giovani.
Uno degli studenti ha spiegato come la permanenza presso il centro “Don Bosco Care Home” abbia avuto un impatto importante sulla sua vita. R. Sethupathi ha detto: “Sono un ragazzo orfano che frequenta il 10° anno di studi. Da quando sono entrato alla Don Bosco Care Home, i miei valori clinici sono nettamente migliorati: questo è dovuto al cibo nutriente, all’ambiente sano e agli amici che ho incontrato. Sono qui da quattro anni e i salesiani si prendono cura di tutte le mie esigenze. Sono in salute e cresco felicemente qui. Sono estremamente grato a coloro che mi hanno aiutato”.
Il primo caso di HIV/AIDS è stato segnalato in India nel 1986, nel Tamil Nadu, e oggi, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite dedicata alla lotta all’HIV/AIDS, ci sono 2,4 milioni di persone che vivono con l'HIV/AIDS nel Paese.
Le radicate disuguaglianze di genere, la povertà cronica e debilitante e la persistenza ostinata dello stigma e delle discriminazioni legati all’HIV/AIDS contribuiscono in modo significativo alla continua diffusione dell'infezione e scoraggiano molti di coloro che risultano positivi al test a seguire delle cure. Anche i bambini piccoli affetti da HIV/AIDS spesso vengono rifiutati dalle loro famiglie e dalle comunità locali.
Alla “Don Bosco Care Home”, i ragazzi ricevono consulenza, opportunità di svago, osservazione medica e trattamenti fondamentali di terapia antiretrovirale (ART). Alcuni ragazzi vivono stabilmente nella casa e hanno accesso ai servizi e ai programmi educativi, mentre altri, tra cui quelli che frequentano il politecnico locale, hanno accesso ai trattamenti di terapia ART parte del programma, e poi tornano alle loro case.
Il programma si è rivelato particolarmente efficace perché i giovani sono in grado di studiare e costruire relazioni tra pari in un ambiente sicuro e solidale, senza lo stigma e il rifiuto che incontravano in precedenza. Oltre agli studi scolastici, i ragazzi si prendono cura degli animali e degli uccelli della struttura e lavorano la terra coltivando frutta e verdura. Ogni giorno praticano anche sport e possono partecipare a programmi speciali, teatro, canto e danza.
Fonte: Mission Newswire