In che modo i salesiani cechi proteggono bambini e giovani dagli abusi sessuali nei loro centri giovanili o nelle parrocchie?
Prima di tutto, devo dire questo tema non è un tabù tra i salesiani cechi. Ne discutiamo nelle nostre riunioni e ce ne occupiamo attuando varie regole e linee guida nei nostri centri giovanili e nelle parrocchie. Penso che il lavoro di gruppo sia un’ottima prevenzione, così come varie misure personali e professionali, quale la supervisione. È anche utile parlarne tra gli stessi salesiani e tra salesiani e laici. Ritengo che il dibattito aperto e onesto sia essenziale per la prevenzione dei fallimenti nel nostro lavoro e nelle nostre relazioni. Abbiamo lavorato molto su questo e gradualmente abbiamo sviluppato una cultura di pensiero condiviso, di pianificazione e di valutazione aperta e sincera.
Allo stesso tempo, credo che la migliore prevenzione degli abusi risieda in un sincero sforzo volto allo sviluppo umano e cristiano di tutti coloro che partecipano alla missione salesiana e in un’onesta esperienza di consacrazione salesiana.
Tuttavia, non possiamo escludere completamente la possibilità di abusi sessuali tra i salesiani. Come deve reagire una persona che è stata vittima o testimone di un comportamento inappropriato?
È corretto, purtroppo; non possiamo mai escludere completamente questo rischio. Perciò è importante avere subito disponibile una procedura ben fatta su cosa fare in una tale situazione. Quando qualcuno assiste o è vittima di un comportamento inappropriato è come quando si ha a un principio d’incendio in casa: si può essere presi dal panico e, per lo shock, non sapere cosa fare. Il principio fondamentale è quello di non tenere nulla per sé. È possibile confidarsi con la persona che guida o gestisce l’opera, come il Direttore del centro giovanile, il parroco o il Direttore della comunità. È anche possibile contattare me personalmente. Tutte queste persone normalmente sanno come reagire e cosa fare quando si ricevono simili informazioni.
Se si scopre che qualcuno è stato vittima di abusi sessuali da parte di un salesiano, cosa ne consegue?
In generale, i primi passi sono questi: la vittima mi chiama e mi dice che è stata abusata da un salesiano. A volte lei o lui ci contatta attraverso un intermediario, come un terapeuta o una persona cara. Il primo contatto non include nomi o dettagli specifici. Chi chiama di solito vuole sapere cosa noi, come salesiani, faremo in questa situazione. Per prima cosa, cerco di descrivere una possibile procedura. Che consiste nell’ascoltare l’intero evento e fare una registrazione scritta in presenza di un notaio per verificarne l’accuratezza. Le registrazioni sono confidenziali, quindi non posso dare alcun dettaglio qui.
E chi partecipa a quest’incontro?
Ci mettiamo d’accordo in anticipo con la persona che presenta la denuncia. Lei o lui può avere qualcuno vicino come sostegno, come un terapeuta. E discutiamo inoltre se i due partecipanti salesiani (entrambi uomini e sacerdoti) possono mettere troppa soggezione in una simile conversazione: possiamo fare in modo che sia una donna a condurre il colloquio, se l’informatore si sente più sicuro in questo modo.
Nel momento in cui ci accordiamo per creare un ambiente sicuro, concordiamo anche una data e un luogo per l’incontro. Spesso l’informatore ha bisogno di tempo per raccogliere la forza e il coraggio di parlare di queste cose di persona. Organizzare tutto questo, dalla prima telefonata all’incontro personale, può richiedere diverse settimane. Lascio che sia la persona che porta le informazioni a gestire il ritmo, perché serve a creare quell’ambiente sicuro che cerchiamo di garantire. Scopo dell’incontro, in definitiva, è quello di raccogliere informazioni affidabili, sulla base delle quali si affronta l’intera situazione.
Jan Kvapil