Colombia – II Incontro dei Vescovi della frontiera colombiano-venezuelana: “La carità sulla frontiera”

22 Settembre 2023

(ANS – Cúcuta) – Nella città colombiana di Cúcuta dal 18 al 20 settembre si è svolto il II Incontro dei Vescovi della frontiera colombiano-venezuelana, sotto il motto “La carità sulla frontiera 2023”. I partecipanti all’incontro hanno rappresentato le rispettive giurisdizioni ecclesiastiche, Diocesi o Vicariati, con i loro abitanti e la molteplicità dei migranti che lì vivono o che da lì sono partiti. All’evento hanno partecipato complessivamente una trentina di persone, tra cui sacerdoti, rappresentanti delle Organizzazioni di Servizio dei Migranti, membri del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSSUI), e soprattutto vescovi, come i salesiani venezuelani: Mons. Pablo Modesto, Vescovo di Guadualito, e Mons. Jonny Eduardo Reyes, Vicario Apostolico di Puerto Ayacucho.

Alla fine gennaio 2020, in piena pandemia e nel momento più alto dell’emigrazione di cittadini venezuelani, i vescovi della frontiera si erano radunati sempre a Cúcuta per fare una radiografia di come entrambi i fenomeni si stavano evolvendo nelle loro giurisdizioni ecclesiastiche di confine e, soprattutto, tra i migranti venezuelani, che soffrivano terribilmente per la chiusura della frontiera colombiano-venezuelana nel passaggio ufficiale del Ponte Internazionale Simón Bolívar, tra San Cristóbal e Cúcuta.

Questa seconda esperienza ha offerto giornate di incontro e di riflessione, ma, soprattutto, di ascolto e contatto diretto con i migranti sofferenti e con l’azione di fraterna solidarietà che le Diocesi di San Cristóbal e Cúcuta portavano avanti congiuntamente.

Nel comunicato giunto ad ANS i vescovi affermano:

“Sono passati tre anni ed è stato necessario ritrovarci in un clima di sinodalità per ascoltarci, parlare liberamente, discernere nello Spirito e decidere. E questo è quello che abbiamo fatto in questi giorni:

INCONTRARSI: Convocato e coordinato dal Dicastero per il Servizio Umano Integrale, si sono incontrati i rappresentanti di tutte le giurisdizioni di confine, Vescovi, sacerdoti e laici.

PARLARE LIBERAMENTE E ASCOLTARSI: Sono stati giorni lunghi e intensi in cui ci siamo sentiti arricchiti dalle testimonianze e dalle esperienze condivise come espressione della Carità di Confine.

DISCERNERE: Le celebrazioni eucaristiche ci hanno permesso di essere grati per tutto il bene che stiamo facendo, poiché lo Spirito è il motore della nostra missione, è lo Spirito che ci muove a fare il bene.

L’animazione giunta dal DSSUI ci ha aiutato a scoprire la presenza di Dio nella nostra azione, ma, soprattutto, nel volto e nella vita del migrante e dello sfruttato, dell’escluso e del bisognoso. Quanto è difficile compiere l’atto di fede davanti a Gesù in chi soffre (cfr Mt 25,40)! Ma non c’è altro modo per farlo se non toccando le piaghe di chi soffre, asciugando il volto di chi è stanco e le lacrime della madre sofferente, offrendo un bicchiere d’acqua, comprendendo la donna minacciata, donando una coperta per il freddo, offrendo un tetto provvisorio, dei sorrisi e una mano tesa, facilitare la documentazione del migrante, consolare i bambini che piangono e vogliono capire...

DECIDERE: prima di salutarci e tornare alle nostre case, abbiamo trascorso alcune ore a prendere impegni in ambiti come:

–     Comunicazione: interna, con la creazione di un gruppo su WhatsApp; condivisione frequente delle esperienze realizzate, della gestione delle difficoltà, delle istanze o agenzie di aiuto, del database di ciascuna giurisdizione...

–     Accompagnamento spirituale degli agenti pastorali e dei migranti: non siamo una semplice ONG. E senza sostegno spirituale la sofferenza è maggiore.

–     Formazione degli operatori pastorali: Dottrina Sociale della Chiesa; dimensione politica della Carità, dei Diritti Umani, dell’Ecologia Integrale…

–     Incontri privati, due o tre all’anno, tra giurisdizioni vicine o confinanti, per monitorare gli impegni e/o condividere esperienze.

–     Attenzione al processo di pace in Colombia e attenzione specifica alle comunità indigene.

–     Puntare alla creazione di un Fondo Comune di esperienze e capitali per iniziative imprenditoriali.

Non ci resta altro che ringraziare Dio per l’esperienza vissuta. Allo stesso modo, è giusta la gratitudine reciproca tra i partecipanti, poiché tutti abbiamo dato il meglio di noi stessi (…) Tutti possiamo essere felici perché rinnoviamo la fiducia nelle parole del Signore: ‘Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo’ (Gv 16,33). La presenza reale del Risorto anima il nostro cuore e incoraggia il nostro lavoro di frontiera”.

InfoANS

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