Cambogia – Prosegue il corso breve sulla produzione mediatica e le reti sociali per i giovani indigeni

18 Marzo 2024

(ANS – Kep) – Giovani indigeni rappresentanti di dieci Paesi dell’Asia Est-Oceania sono impegnati in questi giorni (10-20 marzo 2024) presso il campus della scuola tecnica “Don Bosco” di Kep, in Cambogia, per un seminario di comunicazione volto ad offrire utili competenze per far sentire la propria voce ai popoli indigeni, e ad approfondire insieme la dimensione della sinodalità nella Chiesa.

Il corso di produzione mediatica comprende attività tradizionali come la pittura murale o la composizione di un inno comune (denominato “Meeting of the Asian Tribes” - Incontro delle tribù dell’Asia), così come laboratori di fotografia, video, editing digitale e creazione di podcast utilizzando gli smartphone e i più moderni trucchi della tecnologia.

“Uno degli assiomi dello sviluppo delle tecnologie digitali è la semplificazione dei dispositivi”, ha spiegato don Ly Samnang, esperto di comunicazione digitale e Direttore del corso. “All’inizio della rivoluzione di Internet, la tecnologia digitale era vista come un privilegio di alcuni geni della tecnologia da cui bisognava dipendere, ma la realtà è che la tecnologia digitale va verso maggiori possibilità che tutti, anche senza formazione, possono usare, e questo è senza dubbio un potere per le comunità come i nostri gruppi aborigeni”, ha manifestato durante l’introduzione delle attività seminariali.

Nella seconda giornata dei lavori don Albeiro Rodas, SDB, ha guidato una meditazione mattutina e ha facilitato una discussione sull’accettazione delle lingue aborigene all’interno della Chiesa. I giovani indigeni presenti, inoltre, sono stati incoraggiati a riflettere sull’importanza di incorporare le lingue indigene nelle pratiche ecclesiali, per favorire l’arricchimento della diversità della Chiesa e favorire una migliore comunicazione e un miglior dialogo tra le comunità indigene.

Poi è intervenuto l’insegnante di media Seng Thy, che ha guidato i partecipanti a montare video nelle lingue indigene con sottotitoli in inglese, in una sessione pratica che è servita a migliorare le capacità dei delegati di produrre contenuti mediatici nelle loro lingue native.

La quarta sessione si è concentrata sull’espressione artistica: i rappresentanti di ciascun Paese hanno avuto a disposizione uno spazio per creare un’opera d’arte murale raffigurante i temi, i problemi e le speranze della propria nazione. Questa attività è servita come vetrina della ricchezza e del patrimonio culturale della Regione.

Il terzo giorno è iniziato con una riflessione sulle leggendarie storie aborigene e sul loro significato all’interno della Chiesa. Successivamente, i giovani delegati hanno partecipato ad una sessione di lavoro sullo story-telling attraverso i video, esplorando ulteriormente i modi per preservare e condividere le storie della tradizione indigena.

La giornata si è conclusa con una visita ad un vicino vivaio, dove i giovani hanno acquistato piante originarie dei loro Paesi per accompagnare l’arte murale, simboleggiando in tal modo un legame tra patrimonio culturale e tutela ambientale.

Il quarto giorno i dibattiti si sono concentrati sui territori aborigeni e sulla conservazione del territorio, sottolineando la sacralità della terra e il concetto di “casa” per i popoli indigeni.

Il quinto giorno ha offerto una rinfrescante pausa dalle attività presso l’Isola dei Conigli, dove i delegati hanno praticato diverse attività ricreative e riflettuto sulla bellezza della natura. È stata, questa, l’occasione per sottolineare l’importanza di apprezzare il dono divino del Creato.

Ogni giornata del corso si è sempre conclusa con una cerimonia eucaristica, seguita da un tempo di agape fraterna e da spettacoli culturali che hanno mostrato le diverse tradizioni dei Paesi partecipanti. L’evento è culminato in un’esperienza di unione intorno al fuoco, dove i presenti hanno animato una serata di condivisione musicale di canti tradizionali, promuovendo un senso di unità e solidarietà.

Venerdì 15 marzo, inoltre, i giovani indigeni hanno partecipato a una Via Crucis molto speciale, dedicata alla preghiera per la pace e per la cura della Terra, chiedendo in particolare a Dio di fermare le guerre e i conflitti in tutto il pianeta, nonché di sensibilizzare ogni persona a proteggere l’ambiente e a garantire un futuro migliore per tutte le generazioni.

Nel complesso, il corso sta fornendo un approccio olistico alla produzione mediatica, alla conservazione culturale e ambientale e alla riflessione spirituale, favorendo la comprensione e l’apprezzamento tra i giovani indigeni provenienti da contesti diversi.

“La tecnologia digitale ci permette di rompere le barriere linguistiche e culturali ed è un ottimo strumento per la conservazione e la promozione dell’ambiente, un elemento essenziale per la sopravvivenza delle comunità aborigene. Oggi è possibile sorvegliare vaste estensioni di foreste utilizzando droni, collegandosi ai satelliti e ottenendo energia pulita dai pannelli solari. Fare in modo che le comunità aborigene, gli agricoltori e altri soggetti vengano formati su queste tecnologie, aumenterà le possibilità di un futuro migliore e di speranza per queste popolazioni, per il pianeta e per l’umanità” ha concluso don Rodas.

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