RMG – Don Bosco sognatore: fiori e frutti a Maria
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24 Gennaio 2024

(ANS – Roma) – La figura di Maria ritorna anche nel secondo sogno di Don Bosco che viene presentato ai lettori di ANS in quest’anno bicentenario del Sogno dei Nove Anni e in preparazione della festa del Santo della Gioventù. “Fiori e frutti a Maria” è il titolo con cui viene ricordato (Memorie Biografiche, Vol. VIII). La Madre di Gesù in questo caso è l’oggetto esplicito della devozione che viene manifestata nel sogno, ma Don Bosco, per educare i suoi ragazzi, fa presente che non si può ingannare se stessi e il prossimo venerando la Vergine e conducendo, al tempo stesso, una vita solo apparentemente cristiana. Il sogno poi si chiude con Don Bosco che, da grande conoscitore dei cuori giovanili, induce i ragazzi a proseguire il loro percorso di accompagnamento con lui.

La sera del 30 maggio 1865, chiudendo il mese di Maria, Don Bosco raccontò di aver visto in sogno un grande altare dedicato alla Vergine e i giovani del suo Oratorio che, in processione, avanzavano cantando verso di esso. Alcuni cantavano con voci angeliche, altri con voci roche, altri stonavano; c’erano perfino dei ragazzi che sbadigliavano annoiati.

Tutti portavano un dono da offrire a Maria, ma che varietà di doni! Chi portava un mazzo di rose, chi di gigli, chi di violette; chi portava agnelli, chi conigli, chi pesci, chi noci, chi uva ecc, ecc. C’erano però anche di quelli che portavano alla Vergine dei doni proprio strani: chi portava una testa di porco, chi un gatto, chi un piatto di rospi. Un bellissimo Angelo, forse l’Angelo Custode dell’Oratorio, stava davanti all’altare e riceveva i doni e li poneva sull’altare. Prima però toglieva i fiori belli ma senza odore, come le dalie e le camelie; soprattutto toglieva le spine e i chiodi che si nascondevano in alcuni mazzi.

Vennero avanti anche i giovani che portavano doni strani e indegni.

– “Come! Tu hai il coraggio di offrire alla Vergine un porcello?!” disse l’Angelo al primo “E non sai che significa l’impurità, e Maria è la Tuttapura, la Tuttasanta? Allontànati di qui”.

Vennero altri che portavano un gatto e l’Angelo li respinse con sdegno:

– “Non sapete che il gatto significa il furto?”

A quelli che portavano un piatto di rospi, l’Angelo gridò sdegnato: “I rospi simboleggiano i vergognosi peccati di scandalo e voi venite a offrirli alla Vergine?”

Ci furono anche alcuni che si avanzavano con un coltello piantato nel cuore, simbolo dei sacrilegi.

– “Non vedete – disse loro l’Angelo – che avete la morte nel cuore? Per carità fatevelo cavare quel coltello!” E anche costoro furono respinti.

Quando tutti ebbero offerto i loro doni, comparvero due Angeli che sorreggevano due ceste piene di magnifiche corone, composte di rose stupende. L’Angelo Custode ne incoronò tutti i giovani i cui doni erano stati graditi, e disse loro: “Maria oggi ha voluto che voi foste incoronati di così belle rose. Fate in modo che non vi vengano tolte praticando l’umiltà, l’ubbidienza, la purezza. Tre virtù che vi renderanno sempre cari a Maria e vi faranno degni di ricevere una corona infinitamente più bella di questa”.

I giovani incoronati espressero la loro gioia con il canto “Lodate Maria” con voci così forti che Don Bosco si svegliò.

Don Bosco stesso diede questa interpretazione: i fiori inodori sono le opere buone fatte per fini umani; le spine, le disubbidienze, i chiodi, i peccati gravi.

E terminò dicendo: “Miei cari, io so quali furono incoronati e quali quelli scacciati dall’Angelo. Lo dirò ai singoli affinché procurino di portare alla Vergine doni che Essa si degni di accettare”.

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