Italia – La storia di Mahdi e Tayeba, da Kabul a Prato per il sogno di una vita felice

22 Gennaio 2024

(ANS – Prato) – Non è facile riuscire a dare una nuova direzione alla propria vita quando sei costretto a scappare di corsa dal tuo Paese, portando con te il minimo indispensabile, e dovendoti occupare di salvaguardare in primo luogo due figli piccoli. Eppure Mahdi e Tayeba, due profughi afghani, ce la stanno facendo. Grazie al loro impegno, cerrto, in primo luogo; ma anche grazie alla “Fondazione DON BOSCO NEL MONDO” e al suo progetto “Siamo con voi!”, che promuove un sistema integrato e pilota di accoglienza, integrazione, formazione e inclusione sociale per le famiglie afghane giunte in Italia grazie all’attivazione di corridoi umanitari e oggi presenti nelle realtà salesiane.

La data che ha segnato le vite di Mahdi e Tayeba è sicuramente il 15 agosto del 2021, giorno in cui la città di Kabul è passata sotto il governo dei talebani. Questo avvenimento ha reso necessaria la fuga dal proprio Paese di tutta la famiglia Moshtaq.  Prima di quel momento i coniugi Mahdi e Tayeba vivevano tranquillamente in Afghanistan, abitavano con la famiglia nello stesso condominio ed erano sempre in contatto con i loro cari.

Tayeba è cresciuta in Iran, ma dopo il matrimonio con Mahdi si è trasferita a Kabul, perché lui lavorava per la NATO. Anche Tayeba lavorava, prima in una mensa ospedaliera, poi in una mensa di un istituto medico. Dopo un po’ hanno deciso di aprire una fabbrica tessile, che hanno gestito insieme, fino al giorno della presa di Kabul. Nel frattempo, la coppia ha avuto due figli, Narges, nel 2014, e Amir, nel 2017; i bambini erano quindi molto piccoli quando è iniziata la loro fuga dal Paese. Sono passati prima da Harat, proseguendo per Dubai per poi arrivare in Italia il 26 gennaio 2022, dove sono stati accolti presso l’oratorio “Sant’Anna” di Prato.

Nel suo racconto, Mahdi ripete più volte che non sapevano dove sarebbero stati diretti esattamente, ma l’unica cosa che contava era raggiungere l’Italia, dove avrebbero poi trovato quella che oggi definiscono la loro “seconda famiglia”. Dopo aver esplicato tutte le procedure per ottenere il permesso di soggiorno, le tessere sanitarie e lo status di rifugiati, aver conseguito la certificazione di italiano di livello A2 e il diploma di terza media, Mahdi ha iniziato a lavorare presso una Cooperativa, mentre Tayeba si prendeva cura dei figli. Nel marzo 2023 Mahdi ha iniziato un tirocinio in un’azienda di filatura, che da poco si è trasformato in un contratto a tempo indeterminato.

Nel frattempo, la famiglia è entrata nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) di Prato e si è trasferita in una delle residenze del circuito. Nonostante la distanza dal Centro Don Bosco della città, continuano a frequentare l’oratorio. Tayeba, infatti, sostiene che per loro non è stato solo un’abitazione, ma una vera e propria casa, anche dal punto di vista affettivo. Anche Mahdi ribadisce che le cose più belle, e di cui sono più grati, sono la vicinanza e la gentilezza delle persone che hanno trovato lungo il loro cammino!

Fonte: Salesiani per il Sociale APS

InfoANS

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