Eleggendo la nuova provincia ecclesiastica di Dili (capitale di Timor Est, Paese del Sud Est Asiatico), l’11 settembre 2019, la Chiesa ha consacrato il dinamismo di un piccolo Paese la cui popolazione è composta per il 97% da cattolici, le cui ricchezze naturali richiamano l’attenzione delle grandi potenze vicine.
Diciassette anni dopo aver ottenuto la sua indipendenza Timor Est si è diventata una provincia ecclesiastica. Il Santo Padre ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Dili (Timor Est), elevando la diocesi alla categoria di Chiesa Metropolitana, avendo come Chiese suffraganee le diocesi di Baucau e Maliana, e ha nominato come primo Arcivescovo metropolitano mons. Virgilio do Carno da Silva, salesiano, attuale vescovo di Dili. “Approfittiamo di questa iniziativa per unire e consolidare i cattolici di Timor Est, per crescere di più nella fede”, ha dichiarato il nuovo arcivescovo.
Ex colonia portoghese, Timor Est ha un totale di tre diocesi: Dili, Baucau e Maliana, con una popolazione di 1.3 milioni, dei quali il 97% sono cattolici. Eretta nel settembre del 1940 da Pio XII, la diocesi di Dili dipendeva dalla diocesi di Macao. Dopo la violenta annessione di Timor Est all’Indonesia nel 1976, Papa Paolo VI decise di porre la diocesi di Dili direttamente sotto l’autorità della Santa Sede.
Dopo l’indipendenza ottenuta con grandi sforzi nel 2002, le relazioni con l’Indonesia musulmana, la potenza che la occupava, si sono placate. Durante il periodo di occupazione che durò dal 1975 al 1999 furono assassinate tra le 100.000 e 300.000 persone.
Timor Est è diventato un socio economico molto ambito nella regione. E per una buona ragione, il Paese sta seduto sopra una miniera d’oro: le riserve già sfruttate, ma potenziali, di gas naturale e petrolio “offshore”, acuiscono l’appetito delle potenze cinesi e australiane.
Elevandola al rango di Provincia Ecclesiastica, la Santa Sede ha rafforzato nello scenario internazionale l’indipendenza di uno degli Stati cattolici più giovani del mondo.
Fonte: fsspx.news