Uno dei momenti più emozionanti della celebrazione è stata la benedizione della statua di Maria Ausiliatrice e l’incensazione del sito dove è stata collocata, realizzate da mons. Espinoza, con la presenza di don Romulo Sanmartín, SDB, parroco. Al termine del rito di intronizzazione, tutti i presenti hanno accolto con gioia la rappresentazione della Madre di Dio e Madre di Don Bosco nel novello Santuario Mariano Diocesano.
La storia di questo centro iniziò nel 1925, quando i Salesiani giunsero nel quartiere “El Girón” di Quito. Dieci anni dopo, il 2 giugno 1935, venne inaugurata una cappella pubblica dedicata a Maria Ausiliatrice e il 30 maggio 1957, il cardinale Carlos María de la Torre eresse la parrocchia di Maria Ausiliatrice. Più tardi, il 28 novembre 1971, l’attuale tempio venne solennemente consacrato, con la presenza del cardinale Pablo Muñoz Vega.
Sin dall’inizio questa chiesa ha attirato una grande presenza di fedeli, devoti di Maria, e per questo venne avanzata la richiesta formale che non fosse considerata solo una chiesa territoriale, ma che diventasse una chiesa di Quito. Il 3 aprile 2019, mons. Fausto Trávez, OFM, ha firmato il decreto di erezione e la denominazione di Santuario Mariano Diocesano.
Secondo don Sanmartín sono tre gli elementi che caratterizzano un santuario: primo, che è un luogo di sicura santificazione; secondo, che è un luogo di pellegrinaggio; e terzo, che è un luogo in cui si viene aiutati e cioè, in questo caso, la Madre di Dio sarà di aiuto a tutti i figli e le figlie che andranno a visitarLa.
Questa nuova denominazione della chiesa salesiana implica anche nuove sfide pastorali per la comunità dei Figli spirituali di Don Bosco e i laici che l’accompagnano, poiché diventa necessario occuparsi dei pellegrini che costantemente vi giungono e far conoscere Maria Ausiliatrice nei quartieri circostanti – soprattutto considerata la numerosa presenza di scuole, università, istituzioni pubbliche e private.