“Noi, i familiari di don Tom Uzhunnalil, siamo profondamente addolorati e devastati per il triste avvenimento del 4 marzo 2016 in Yemen (Aden), che ha portato al sequestro del nostro amato fratello – ha comunicato il signor Mathew Uzhunnalil ai Salesiani in India –. Durante queste ore di apprensione ricordiamo con profonda gratitudine Sua Santità Papa Francesco per le magnanime parole di conforto e il penetrante appello ai rapitori di don Tom”.
Il signor Uzhunnalil ringrazia poi “con immensa gratitudine” mons. Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia Meridionale, per “l’efficace diligenza” nel lavorare per il rilascio del Salesiano; e tutti i Salesiani di Bangalore, a cominciare dal loro Ispettore, don Joyce Thenkuzhal, assieme a tutti i vescovi, i sacerdoti, le suore e di tutto il mondo per gli “ardenti sforzi e le preghiere”, che “danno rassicurazione”.
Pure nel dolore la famiglia Uzhunnalil guarda con orgoglio allo zelo missionario e allo spirito di “compassione” per il prossimo che ha animato don Tom, che lo hanno portato a “mettere a rischio la sua stessa sicurezza”.
“Questo buon pastore ha affrontato i suoi avversari con profonda convinzione nel Signore e da vero apostolo ha osato consumare il Santissimo Sacramento perché non fosse profanato. Noi crediamo e preghiamo che i gesti esemplari di don Tom, che ha seguito le orme del suo predecessore e zio, don Mathew Uzhunnalil, SDB, ispireranno molti nella nostra famiglia e comunità a vivere come missionari coraggiosi e impegnati per la fede” proseguono i familiari, che infine concludono: “continueremo a restare nella preghiera incessante”.