Di questa città “dei paradossi”, ne parla don Luca Pellicciotta, SDB, che ad Aleppo dice di non aver trovato solo sofferenza, ma anche tanta speranza.
“C’è voglia di rinascere, di sedersi ad un bar e prendersi un the o un gelato, per stemperare le ore calde della giornata. C’è voglia di ballare, di gridare, di correre, forse anche senza misura, ma è normale dopo una guerra che ha fatto saltare tutte le misure”, racconta Don Luca.
Una guerra che dura da anni, ma che non ha intaccato la fede dei cristiani che vivono qui. “Mi sto arricchendo della profondità e dalla fede dei cristiani ad Aleppo – prosegue don Luca - Qui la fede non è un’etichetta, uno slogan, una maschera da mettere e togliere all’occorrenza. Qui la fede è vita. I cristiani sanno cosa significa credere in Dio quando la loro vita è appesa ad una bomba che potrebbe caderti vicino o sopra”.
I salesiani ad Aleppo continuano infatti ad alimentare fede e speranza, restando sempre operativi, come hanno fatto anche durante i giorni più bui.
“Molti hanno chiuso, hanno sbarrato le porte. I Salesiani no! Don Bosco sarebbe soddisfatto della fedeltà e dell’amore ai ragazzi aleppini”, aggiunge ancora.
I ragazzi di Don Bosco, ad Aleppo, hanno poi una grande fortuna: quella di avere tanti giovani in giro per il mondo che pregano costantemente per loro. “Continuiamo a consegnare questo dono della preghiera – esorta infatti Don Luca - che è l’unica cosa veramente utile per un vero e radicale rinnovamento spirituale di Aleppo”.
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