La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo e riguarda il mondo intero. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale, maternità surrogata e altre forme di sfruttamento.
Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù; il 70 per cento sono donne e minori. Spesso subiscono abusi e violenze inaudite. Per trafficanti e sfruttatori la tratta è una delle attività illegali più lucrative: rende complessivamente oltre 32 miliardi di dollari l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi.
Purtroppo, dopo anni di contrasto e interventi a favore delle vittime, non si nota una diminuzione del fenomeno, anzi, si registra un costante aumento e mutamento delle forme dello sfruttamento. C’è quindi bisogno di intensificare le azioni, sia di contrasto, ma soprattutto di prevenzione, nonché di rilanciare i programmi di reintegrazione sociale per chi desidera ritornare a casa in dignità.
Sabato 6 febbraio, da parte salesiana si sono realizzati due eventi significativi di sensibilizzazione su questo tema: in Ghana il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha incontrato i minori vittima della tratta che vengono ospitati presso il “Child Protection Center”; mentre a Roma, presso l’opera del Sacro Cuore, si è realizzata una veglia di preghiera, nella quale sono state offerte anche alcune testimonianze, e che si è conclusa con un pellegrinaggio alla Porta Santa della Casa della Carità di via Marsala.
Tutti i materiali per la sensibilizzazione e per le celebrazioni sono disponibili nel sito di Migrantes e Slaves no More.