Gli Xavante si procurano il cibo mediante quattro tipi di attività: la caccia, la pesca, l’agricoltura e la raccolta; le prime due sono attività esclusivamente maschili, alla terza partecipano sia uomini che donne, mentre l’ultima è riservata alle donne. I prodotti tipici sono mais, fagioli, manioca, zucca e tuberi.
I due alimenti fondamentali nella cucina sono la carne e il mais, con cui si preparano focacce. Fanno parte dell’alimentazione anche i fagioli, la zucca, cotta nella cenere o lessata, la manioca, le patate, il palmito e due varietà di cocco, di cui si mangiano la polpa e il seme, ricco di oli vegetali.
Vivendo in un ambiente naturale incontaminato gli Xavante posseggono nel linguaggio la "scienza del concreto" con una ricchissima varietà di sfumature. Talvolta la lingua riprende la musicalità onomatopeica, come nel caso della frase "sta cadendo la pioggia", tradotta "tã tet’ta à", che sembra rendere sonoro il cadere delle gocce in terra.
La ricchezza della loro cultura e la bellezza dei territori pressoché incontaminati, tuttavia, non eliminano i problemi cui devono far fronte: soprattutto dal punto di vista sanitario e alimentare c’è bisogno di aiuto e interventi. La Procura Missionaria Salesiana di Torino è attualmente impegnata a sostenere un programma di ampliamento e rinnovo del piccolo laboratorio farmaceutico locale.
Rispettando la tradizione locale, si vuole avviare una produzione più strutturata dei rimedi a base di erbe, piante e frutti reperibili in loco, che saranno poi distribuiti nei villaggi da personale specializzato, all’interno di un programma di Pastorale della Salute avviato con il CIMI, il Consiglio Indigenista Missionario che si occupa della tutela delle etnie del Mato Grosso.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di “Missioni Don Bosco”.