Gli insediamenti informali, campi o baraccopoli, come venivano chiamati tra il 1960 e il 1980, si caratterizzano per l’ “occupazione” della terra e conseguente costruzione con materiali leggeri di case, che però non hanno accesso ai servizi urbani di base come elettricità, acqua potabile e fognature.
L'Università Cattolica Silva Henríquez (UCSH), sotto il carisma di Don Bosco e il cardinale Raul Silva Henríquez, si prodiga per affrontare questo problema nel “Camp Giappone”. Dal 2015 i volontari, presso gli studenti del campeggio, supportano diversi servizi: corsi di recupero, alfabetizzazione degli adulti, consulenza legale per le diverse procedure; inoltre si sta lavorando sulla costruzione di servizi sanitari per l'edilizia abitativa.
Il “Camp Giappone” è nato nel 2010. Si trova a Santiago, ai confini dei comuni Maipú e Cerrillos, al centro di un sito desertico utilizzato come micro spazzatura. Circa 40 famiglie sono raggruppate in 12 case, in cui vivono circa 120 persone. Le donne sono solitamente capi di famiglia.
È un luogo in cui respiri la segregazione e la disuguaglianza. La costruzione delle case e anche il sostentamento nascono dalla stessa discarica. Là i coloni raccolgono materiali per le loro case, legna da ardere per la cottura e per il riscaldamento, oggetti che riparano e poi vendono nelle vicine fiere.
"Non è che vogliono vivere in questa maniera, è il loro lavoro". "È un modo precario e indegno di vita. Per loro non esistono altre alternative; non è che vogliono vivere in questo modo, è il loro turno", aggiunge.
L'opera degli studenti UCSH è altamente apprezzata dalle persone del Camp. Hanno trovato in loro un reale sostegno alla propria dignità, una situazione attesa da anni e che non hanno mai ricevuto dallo Stato.