Il progetto è stato presentato lo scorso 11 maggio durante una tavola rotonda dal titolo “IN & OUT. Oltre il disagio per riprendere a volare”. Tale iniziativa vede coinvolte numerose entità: è stato voluto dall’Ospizio Salesiano Sacro Cuore, gode del finanziamento dell’Unicef e vede come partner la Federazione Salesiani per il Sociale, l’associazione “Naturalmente”, le Missionarie del Cristo Risorto e il Borgo Ragazzi Don Bosco – una delle opere simbolo dei Salesiani a Roma, che sin dal secondo dopoguerra si occupa di ridare dignità e opportunità ai giovani a rischio sociale.
Dal punto di vista operativo il progetto prevede in primo luogo un avvicinamento di questi giovani, spesso invisibili per chi non vuole curarsene. “Secondo i dati del 2016 del Ministero del Lavoro – ha spiegato il referente, don Raffaele Panno – oltre 6.100 minori stranieri non accompagnati sono clandestini e si trovano quindi al di fuori del sistema di accoglienza formale”. Per questo il progetto mira a “pilotare, documentare e valutare interventi multisettoriali coordinati, volti ad integrarli nella società italiana”.
Come insegnava Don Bosco, i ragazzi vengono cercati lì dove si trovano, e il primo aggancio avviene sulla strada, in zona stazione Termini: “Per un primo colloquio – ha illustrato don Panno -, per la revisione dei documenti o semplicemente per il riposo e la pulizia personale”; poi viene la proposta di avvio allo studio e alla formazione professionale. Primariamente, però, si tratta di far sentire questi ragazzi degni di attenzione, “per questo la scelta del nome assegnato al progetto non è casuale”.
Per ora sono 5 ragazzi egiziani i primi fruitori di questa iniziativa, che per garantire un’accoglienza sempre maggiore ha bisogno di ambienti più ampi; in tal senso la collaborazione tra le diverse organizzazioni a livello locale rappresenta un pilastro fondamentale.
“Quella del Borgo – ha spiegato nell’occasione don Stefano Aspettati, Direttore del centro – non è un’accoglienza buonista, vogliamo creare comunità e fare rete con le istituzioni e il territorio per una mutua collaborazione”. “Intendiamo mettere in atto la pedagogia del nostro fondatore – ha aggiunto don Giovanni D’Andrea, Presidente dei Salesiani per il Sociale – offrendo proposte educative”.