“Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16). Fu nell’ascolto di questa Parola di Dio durante la celebrazione dell’Eucaristia che Titus Zeman sentì nel cuore l’ispirazione e la forza di sacrificare la propria vita per la salvezza delle vocazioni, vincendo la paura e dichiarandosi pronto a seguire fino in fondo la volontà di Dio, confidando nella divina misericordia e sperando nella vita eterna. La sua testimonianza è incarnazione del carisma salesiano nel dare la vita per la salvezza dei giovani, soprattutto accompagnandoli nel cammino della fede e del discernimento e compimento della loro vocazione.
L’Inchiesta di beatificazione e canonizzazione di Titus Zeman poté essere avviata solo dopo 38 anni dalla sua morte, nel 2007, quando ebbero luogo i primi atti preliminari. L’inchiesta diocesana si svolse presso l’arcidiocesi di Bratislava dal 26 febbraio 2010 al 7 dicembre 2012. La validità giuridica dell’Inchiesta diocesana fu riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 28 giugno 2013. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la morte del Servo di Dio sia stato un vero martirio. Con esito positivo, si è tenuto il 7 aprile 2016 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 21 febbraio 2017, sentita la relazione del Ponente della Causa, Card. Carlo Caffarra, hanno riconosciuto che il Servo di Dio fu ucciso per la sua fedeltà a Cristo.
La vita del Venerabile Octavio Ortiz Arrieta fu impegnata nel servizio della Congregazione salesiana prima e della Chiesa locale di Chachapoyas poi. Lo spirito con cui compì le numerose opere e iniziative riflette uno stile più eloquente di tante parole, facendo di lui una catechesi vivente, tanto più incisiva quanto più rivolta a persone semplici. Dedicò la maggior parte delle proprie energie ai sacerdoti e ai fedeli. Per loro pregava, a loro scriveva e per loro soffriva, soprattutto quando li vedeva in pericolo, lontani dalla retta via. A tutti si rivolgeva unendo due qualità tipiche del suo temperamento: la schiettezza e la carità, la sincerità nel dire e la prudenza nel tacere, la fermezza nel correggere e la prontezza nel consolare. Mons. Ortiz seppe interpretare, comprendere i segni dei tempi e agire di conseguenza. Fu un autentico testimone di fede e un intelligente pastore di anime, maestro di spiritualità e punto di riferimento nel cammino della santità. La sua spiritualità era tutta incentrata sulla devozione a Gesù Eucaristia, sull’affidamento filiale a Maria Ausiliatrice e sull’obbedienza al Papa.
L’Inchiesta diocesana si svolse nella Diocesi Chachapoyas dall’8 luglio 1992 al 22 dicembre 2001, la cui validità venne riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 3 ottobre 2003. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, si è tenuto il 19 febbraio 2015 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 7 febbraio 2017, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.