Nel suo discorso di apertura, il Cardinale Fernández Artime ha sottolineato che lo scopo del Sinodo va ben oltre i giochi e i canti. Ha ricordato all’assemblea che questo incontro è un’opportunità unica per lavorare insieme, ascoltarsi reciprocamente con grande attenzione e impegnarsi in un dialogo significativo sui sogni e le aspirazioni dei giovani di oggi. Le sue parole hanno risuonato profondamente, creando un tono di seria riflessione e impegno per il lavoro da compiere.
Durante l’omelia, il Rettor Maggiore ha richiamato l’attenzione sul potente messaggio della prima lettura, in cui un angelo parla al profeta Elia, esortandolo ad "alzarsi e mangiare" (1Re 19:5) mentre affronta una disperazione schiacciante. Il Cardinale ha usato questa scrittura per incoraggiare i giovani a non arrendersi di fronte alle sfide. Ha ricordato loro che Dio chiama ogni persona a compiere una missione unica, ed è solo Dio che segnalerà quando la missione è completa.
Riflettendo sulla propria esperienza di salesiano, il Rettor Maggiore ha condiviso un’osservazione. Ha parlato di come le persone spesso si chiedano se sia possibile vivere senza Dio. Ha riconosciuto che, sebbene sia possibile, una vita del genere non è appagante. L’ha paragonata alla perdita dell’amore di una madre: chi ha conosciuto l’amore di una madre non potrà mai sentirsi veramente completo senza di esso, mentre chi non ha mai conosciuto tale amore non può comprendere appieno ciò che gli manca. Questo, ha suggerito il Cardinale, è simile all’esperienza degli ebrei del Vangelo che dubitavano di Gesù come Figlio di Dio e pane di vita. Coloro che credono nella vera presenza di Cristo nell’Eucaristia devono nutrirsi continuamente del suo corpo e del suo sangue, per mantenere la loro fede viva e vibrante.
Un momento particolarmente toccante durante la Messa è stata la processione dell’offertorio, in cui è stata presentata la riproduzione di una mongolfiera. Questa mongolfiera portava in cielo simbolicamente i sogni di tutti i partecipanti, una rappresentazione tangibile delle speranze e delle aspirazioni che hanno riunito i giovani per questo Sinodo.
Al termine della Messa, una breve rappresentazione scenica ha fatto rivivere le figure iconiche di Maria Ausiliatrice e del giovane Giovanni Bosco all’età di nove anni. Il breve spettacolo è servito a ricordare a tutti i presenti che loro sono i giovani sognati da Don Bosco 200 anni fa. In questo spazio sacro, circondati dall'eredità del loro fondatore, i partecipanti sono stati chiamati a riconoscere il loro posto nel sogno di Don Bosco e a portarlo avanti con rinnovata fede e determinazione.
La Messa inaugurale del Sinodo Salesiano dei Giovani 2024 non è stata solo una celebrazione liturgica, ma una forte espressione di unità, fede e impegno per i sogni che continuano ad ispirare la Famiglia Salesiana nel mondo. Nel corso del Sinodo, i partecipanti porteranno con sé l’insegnamento di questa Messa, pronti ad ascoltare, a dialogare e a sognare insieme nello spirito di Don Bosco.