Edwar Nakouz, padre di due bambini, aveva un disperato bisogno di un intervento chirurgico e doveva affrontare ogni giorno dolori e malattie che incidevano sulla sua qualità di vita. Il costo dell’operazione di cui aveva bisogno era proibitivo per lui. “Fin dall’inizio della malattia ho avuto a che fare con un immenso dolore fisico e psicologico – ha raccontato –. Mi sono trovato intrappolato tra le mura della malattia e un costante stato di disabilità. Ho attinto forza dall’interno per affrontare le sfide e andare avanti con costanza, ma ho sempre vissuto il dolore e le difficoltà senza perdere la speranza”. Grazie a “Salesian Missions” si è potuto sottoporre all’operazione di cui necessitava.
Prima del terremoto, il sistema sanitario siriano era già sovraccarico a causa del prolungato conflitto nel Paese, che ha causato più di 230.000 morti tra i civili, tra cui 30.000 bambini, nel periodo marzo 2011-2023. Dopo il terremoto, in alcune delle aree colpite, ha rischiato di collassare completamente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Siria ha registrato quasi il 45% di tutti i decessi legati a malattie non trasmissibili, e le malattie cardiovascolari rappresentano da sole il 25% di tutti i decessi.
Widad Zalkaba è stata un’altra beneficiaria del progetto. Ha dovuto affrontare notevoli difficoltà fisiche, con dolori agli occhi. Ha dovuto assumere continuamente farmaci e sottoporsi a regolari interventi chirurgici per preservare la vista.
Zalkaba ha descritto la situazione di molte famiglie di Aleppo. “Oggi ci troviamo di fronte a sfide significative per sostenere i costi della vita in queste condizioni difficili. Molte persone hanno difficoltà a procurarsi il cibo e a fornire assistenza sanitaria e farmaci di base. Le famiglie faticano anche a permettersi beni di prima necessità come vestiti e alloggio. Il costo delle cure mediche, in particolare, può essere estremamente difficile, se non impossibile, da sostenere. Purtroppo, ci sono famiglie ad Aleppo che non possono nemmeno permettersi le spese per una visita medica, nonostante il dolore, perché hanno bisogno di risparmiare per il cibo”.
Anche la famiglia di Zalkaba ha affrontato difficoltà simili. “Come molte famiglie di Aleppo, anche la mia ha dovuto affrontare circostanze economiche difficili, che ci hanno reso impossibile sostenere le spese di questi interventi chirurgici e l’acquisto dei farmaci necessari. Tuttavia, con la presenza dei salesiani, tutto è cambiato. Per noi sono una seconda famiglia: non hanno esitato ad assisterci in ogni modo possibile”.
I Salesiani sono presenti in Siria dal 1948. Lavorano a Damasco, Aleppo e Kafroun e sono rimasti sempre al fianco della popolazione, anche durante i periodi più bui della guerra. Dallo scoppio, i centri salesiani hanno svolto un ruolo importante nel fornire assistenza mensile e assistenza economica d’emergenza a circa 300 famiglie, di cui circa la metà sfollate. Allo stesso tempo, i tre centri hanno continuato e gradualmente ampliato le attività socio-ricreative, spirituali ed educative, vedendo anzi aumentare di 500 unità – arrivando pertanto fino ad oltre 1.200 – i minori che attualmente li frequentano.
Sebbene i Salesiani nel Paese non gestiscano scuole o centri di formazione formali, offrono un programma strutturato di recupero e sostegno scolastico per i giovani in difficoltà attraverso borse di studio, attività di doposcuola, lezioni di ripetizione e attività correlate. Per offrire ai giovani opportunità di sostentamento che vadano oltre l’assistenza economica, nel 2019 è stato lanciato un programma di sostegno all’occupazione e all’imprenditoria giovanile.
Fonte: Mission Newswire