Il corso di produzione mediatica comprende attività tradizionali come la pittura murale o la composizione di un inno comune (denominato “Meeting of the Asian Tribes” - Incontro delle tribù dell’Asia), così come laboratori di fotografia, video, editing digitale e creazione di podcast utilizzando gli smartphone e i più moderni trucchi della tecnologia.
“Uno degli assiomi dello sviluppo delle tecnologie digitali è la semplificazione dei dispositivi”, ha spiegato don Ly Samnang, esperto di comunicazione digitale e Direttore del corso. “All’inizio della rivoluzione di Internet, la tecnologia digitale era vista come un privilegio di alcuni geni della tecnologia da cui bisognava dipendere, ma la realtà è che la tecnologia digitale va verso maggiori possibilità che tutti, anche senza formazione, possono usare, e questo è senza dubbio un potere per le comunità come i nostri gruppi aborigeni”, ha manifestato durante l’introduzione delle attività seminariali.
Nella seconda giornata dei lavori don Albeiro Rodas, SDB, ha guidato una meditazione mattutina e ha facilitato una discussione sull’accettazione delle lingue aborigene all’interno della Chiesa. I giovani indigeni presenti, inoltre, sono stati incoraggiati a riflettere sull’importanza di incorporare le lingue indigene nelle pratiche ecclesiali, per favorire l’arricchimento della diversità della Chiesa e favorire una migliore comunicazione e un miglior dialogo tra le comunità indigene.
Poi è intervenuto l’insegnante di media Seng Thy, che ha guidato i partecipanti a montare video nelle lingue indigene con sottotitoli in inglese, in una sessione pratica che è servita a migliorare le capacità dei delegati di produrre contenuti mediatici nelle loro lingue native.
La quarta sessione si è concentrata sull’espressione artistica: i rappresentanti di ciascun Paese hanno avuto a disposizione uno spazio per creare un’opera d’arte murale raffigurante i temi, i problemi e le speranze della propria nazione. Questa attività è servita come vetrina della ricchezza e del patrimonio culturale della Regione.
Il terzo giorno è iniziato con una riflessione sulle leggendarie storie aborigene e sul loro significato all’interno della Chiesa. Successivamente, i giovani delegati hanno partecipato ad una sessione di lavoro sullo story-telling attraverso i video, esplorando ulteriormente i modi per preservare e condividere le storie della tradizione indigena.
La giornata si è conclusa con una visita ad un vicino vivaio, dove i giovani hanno acquistato piante originarie dei loro Paesi per accompagnare l’arte murale, simboleggiando in tal modo un legame tra patrimonio culturale e tutela ambientale.
Il quarto giorno i dibattiti si sono concentrati sui territori aborigeni e sulla conservazione del territorio, sottolineando la sacralità della terra e il concetto di “casa” per i popoli indigeni.
Il quinto giorno ha offerto una rinfrescante pausa dalle attività presso l’Isola dei Conigli, dove i delegati hanno praticato diverse attività ricreative e riflettuto sulla bellezza della natura. È stata, questa, l’occasione per sottolineare l’importanza di apprezzare il dono divino del Creato.
Ogni giornata del corso si è sempre conclusa con una cerimonia eucaristica, seguita da un tempo di agape fraterna e da spettacoli culturali che hanno mostrato le diverse tradizioni dei Paesi partecipanti. L’evento è culminato in un’esperienza di unione intorno al fuoco, dove i presenti hanno animato una serata di condivisione musicale di canti tradizionali, promuovendo un senso di unità e solidarietà.
Venerdì 15 marzo, inoltre, i giovani indigeni hanno partecipato a una Via Crucis molto speciale, dedicata alla preghiera per la pace e per la cura della Terra, chiedendo in particolare a Dio di fermare le guerre e i conflitti in tutto il pianeta, nonché di sensibilizzare ogni persona a proteggere l’ambiente e a garantire un futuro migliore per tutte le generazioni.
Nel complesso, il corso sta fornendo un approccio olistico alla produzione mediatica, alla conservazione culturale e ambientale e alla riflessione spirituale, favorendo la comprensione e l’apprezzamento tra i giovani indigeni provenienti da contesti diversi.
“La tecnologia digitale ci permette di rompere le barriere linguistiche e culturali ed è un ottimo strumento per la conservazione e la promozione dell’ambiente, un elemento essenziale per la sopravvivenza delle comunità aborigene. Oggi è possibile sorvegliare vaste estensioni di foreste utilizzando droni, collegandosi ai satelliti e ottenendo energia pulita dai pannelli solari. Fare in modo che le comunità aborigene, gli agricoltori e altri soggetti vengano formati su queste tecnologie, aumenterà le possibilità di un futuro migliore e di speranza per queste popolazioni, per il pianeta e per l’umanità” ha concluso don Rodas.
https://www.infoans.org/sezioni/notizie/item/20580-cambogia-prosegue-il-corso-breve-sulla-produzione-mediatica-e-le-reti-sociali-per-i-giovani-indigeni#sigProId5f8c946543