Scrive nel suo messaggio il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile:
“Permettetemi di iniziare citando don Timothy Ploch, S.D.B.: ‘Dall’ottobre 2018, don Thomas è stato una voce efficace al più alto livello globale per coloro che non ne hanno alcuna. È stato un degno canale per dire la verità al potere, con la sua forte azione di tutela per quei gruppi solitamente lasciati fuori dalla conversazione globale: i giovani, i poveri, le donne, rifugiati e sfollati’. (Newsletter Salesians at the UN – 1° trimestre 2023).
A nome del Rettor Maggiore e mio, vorrei esprimere il nostro sincero apprezzamento e ringraziamento per l’eccellente lavoro svolto. Ha dimostrato un alto grado di competenza, responsabilità ed entusiasmo per la missione salesiana. In particolare, desidero congratularmi con lui per la sua preziosa collaborazione e fedeltà alla Congregazione Salesiana.
Don Thomas Pallithanam ha individuato gli elementi essenziali del nostro lavoro di advocacy. In primo luogo, l’interazione (dialogo e/o confronto) con quanti hanno potere decisionale. In secondo luogo, ha lavorato per l’adozione di relazioni giuste, di cambiamenti strutturali nella società e di migliorare la situazione delle persone impoverite, soprattutto dei giovani.
Ora il Rettor Maggiore ha nominato un altro salesiano come successore di don Thomas: don Mathew Thomas Panamkattu, dell’Ispettoria di Bengaluru (Bangalore), India (INK). Ha una grande esperienza ed è stato Coordinatore Nazionale del programma ‘YaR’ (Giovani a Rischio, in inglese) per 6 anni, svolgendo un lavoro encomiabile.
La nostra advocacy salesiana rispetta le esperienze e le prospettive delle persone e dei gruppi più direttamente colpiti dalle ingiustizie. Don Mathew Thomas difenderà i più poveri, i più emarginati, facendo sentire la loro voce. La nostra opzione per i giovani più poveri ci porta a giudicare la giustizia delle strutture, delle politiche e delle istituzioni in base al loro impatto sulla realtà dei più emarginati.
La nostra advocacy valorizza anche la diversità e promuove l’inclusione. La nostra advocacy è fatta in collaborazione con altri che condividono i nostri valori, nella consapevolezza che, partecipando a reti e coalizioni, possiamo fare advocacy meglio insieme. La nostra advocacy considera le differenze tra culture e i contesti, piuttosto che proporre approcci univoci. La nostra advocacy crea connessioni a vari livelli organizzativi, dal locale all’internazionale, e tra diversi settori o campi d’azione.
La nostra advocacy si basa sulla comunicazione, in uno spirito di apertura verso tutte le persone di buona volontà. I nostri programmi di advocacy includono sempre una valutazione per imparare continuamente a servire meglio, senza deviare dalla missione di Don Bosco che ci è stata affidata.
Grazie davvero per il vostro impegno e la vostra disponibilità, don Thomas Pallithanam e don Mathew Thomas!”.