A fronte di questa bella notizia, il Rettor Maggiore si fa portavoce di tutta la Congregazione ed innalza un inno di lode e di ringraziamento: in primo luogo a Dio, per il suo amore alla Chiesa, alla Congregazione Salesiana e alla Famiglia Salesiana, che si manifesta nuovamente attraverso il sigillo della santità impresso sulla luminosa figura dell’infermiere di Viedma.
Poi, c’è anche un ringraziamento peculiare verso il Santo Padre “per la sua finezza, per la sua sensibilità verso la santità in tutta la Chiesa”. Il Rettor Maggiore ricorda l’attenzione del Papa sulla santità e i suoi richiami a quella santità diffusa, nascosta, “della porta accanto”; anche se sottolinea che “la santità che oggi la Chiesa riconosce” in Artemide Zatti è quella che “si manifesta pienamente e in maniera del tutto speciale”.
“Il nostro carissimo Artemide Zatti è una figura bellissima perché è il primo Santo della Congregazione” prosegue Don Á.F. Artime. E chiarisce poco dopo: certo, Don Bosco è santo, ma lui figura come fondatore della Congregazione; anche Domenico Savio è stato canonizzato, ma il “ragazzo Santo”, esprime la bellezza della pedagogia e il cammino di santità che Don Bosco proponeva ai suoi ragazzi; mentre i Santi martiri Luigi Versiglia e Callisto Caravario, hanno avuto un percorso di santità segnato dall’effusione del sangue.
Nel caso di Zatti, invece, c’è la manifestazione della santità vissuta nella quotidianità, nella semplicità, nel servizio umile e gioviale, in particolare, ai malati. “Fare tutto per la gloria di Dio, per essere quello che devo essere: un salesiano santo” è, non a caso, la citazione di Zatti che apre il video-messaggio, che testimonia la santità raggiunta mediante un esercizio quotidiano della carità.
Della peculiarità di questo futuro santo il X Successore di Don Bosco sottolinea anche la natura laicale della sua consacrazione, il suo essere pienamente e fedelmente un salesiano coadiutore come lo voleva Don Bosco: testimone, vicino alla gente, dedito al servizio.
Don Á.F. Artime ripercorre, poi, i tratti salesiani della vita del futuro santo: l’esperienza del duro lavoro sin da ragazzo, l’emigrazione in Argentina con la famiglia, l’ingresso nell’aspirantato salesiano e quella malattia - la tubercolosi, contratta nel servizio - che sembra stravolgere i suoi piani, ma che invece servirà a guidarlo verso il pieno compimento della sua vocazione; poi i lunghi anni di servizio all’ospedale, la sofferenza per la chiusura del nosocomio, la ripartenza in un’altra struttura e infine il tumore che lo conduce all’incontro con Dio.
Il Rettor Maggiore conclude il suo video-messaggio osservando come tantissimi siano le suggestioni e i richiami suscitati dal sig. Zatti e che molto si potrà continuare a meditare e riflettere su di lui in vista della sua canonizzazione. Nell’attesa, osserva, in quest’anno che segna il 400° della morte di San Francesco di Sales, inseparabile per la Congregazione dalla grande figura di Don Bosco, s’inserisce anche la splendente figura di Artemide Zatti, salesiano laico consacrato.
Il video completo del messaggio del Rettor Maggiore è disponibile in italiano e spagnolo su ANSChannel.