“La nostra Basilica – spiega il parroco, don Roberto Colameo – vuole riprodurre così lo spirito della grotta di Betlemme, dove Dio incontra l’umanità povera: da luogo della celebrazione liturgica a luogo della celebrazione di quella fraternità riscoperta dalla riflessione sinodale che stiamo vivendo”.
La parrocchia Don Bosco ospita la mensa della Prefettura XX della Diocesi di Roma e per il pranzo del 26 ha accolto oltre 120 persone tra volontari e utenti appartenenti alle nove parrocchie. “L’iniziativa diventa il segno di una collaborazione che si è estesa nel territorio per far fronte alle esigenze legate alla pandemia e che si gioca in una porzione più ampia di territorio, che va oltre i confini delle singole parrocchie: davvero, l’ ‘unione fa la forza’”, ha aggiunto il parroco.
Come spiega Maurizio Pisano, responsabile Caritas parrocchiale e membro della Goccia: “Sono persone che seguiamo tutto l’anno, o non hanno fissa dimora o vivono un forte disagio economico. Oltre alla classica tombola – prosegue – ognuno offre qualcosa di sé. C’è chi racconta barzellette, chi canta, e chi suona. Stiamo insieme e viviamo una giornata in famiglia”.
Tutto questo non sarebbe possibile senza l’impegno e la dedizione dei tanti che si dedicano gratuitamente, a cui va il pensiero di don Roberto: “Un grazie va ai volontari, fratelli tra fratelli che, come dice Papa Francesco, hanno fatto come Maria con Sant’Elisabetta: non hanno esitato ad uscire dalla loro famiglia, dalle loro comodità per portare, con il loro servizio, la loro presenza e il loro impegno nell’organizzare questo pranzo, Gesù ai fratelli”.