A causa dell’epidemia di Covid-19, le case di accoglienza sono state costrette ad occuparsi dei giovani 24 ore su 24. “Con questa nuova situazione, gli orari e le forme di attenzione ai nostri destinatari sono stati stravolti; per questo offriamo loro momenti per nutrire lo spirito: preghiera, pensiero del ‘buongiorno salesiano’, Rosario, Messa quotidiana, e pensiero della ‘buona notte’. Al tempo stesso, abbiamo organizzato il tempo per le attività di pulizia, la manutenzione dei giardini, dei muri e dei pavimenti, lezioni virtuali, sport e spazi per lo sport”, scrive don Julio Acurio, SDB.
“Abbiamo visto le immagini da molte parti del mondo, soprattutto dall’Italia - commenta don Rafael Vildozo, SDB – e ci siamo subito chiesti: perché non andiamo anche noi ad aiutare la gente? E così stiamo facendo”. Infatti, i ragazzi della “Casa Don Bosco” di Breña, a Lima, hanno iniziato ad andare ad aiutare le persone più povere e bisognose.
“Un’équipe di persone, insieme ai ragazzi, ha formato la ‘squadra d’emergenza’, dopo aver richiesto dei permessi speciali, perché siamo un’organizzazione che si prende cura dei minori e delle famiglie a rischio sociale. Ogni giorno i membri di questa squadra raccolgono donazioni di cibo che vengono utilizzate nelle nostre case, per condividerle con i più poveri, con coloro che hanno un lavoro precario e per i quali questo periodo di immobilismo sociale significa zero redditi. Tutto ciò che viene donato ogni giorno viene imbustato dagli stessi ragazzi, e noi li abbiamo chiamato “borse della salvezza”, perché sono la ‘salvezza dei poveri’”, racconta un giovane della Casa Don Bosco.
“Molti poveri bussano alla porta della parrocchia di Maria Ausiliatrice e della Casa Don Bosco. Sappiamo che Covid-19 può far ammalare e uccidere, ma la fame e la disperazione di non potersi prendere cura dei bambini e degli anziani è peggiore”, commenta don Acurio.
“Ogni volta che gli consegniamo una ‘borsa della salvezza’ diciamo loro che è da parte di Dio e di Don Bosco e la risposta è semplice: ‘Grazie, Dio vi benedica’, mentre i loro volti dolenti diventano volti di gioia, almeno per un altro giorno” concludono don Acurio e don Vildozo.