I genitori sono come radici che penetrano nel terreno e i figli come rami che si protendono nell’aria. I rami sono la vita che sarà, che si sta sviluppando, nutrita dalla linfa della speranza. Anche per la trasmissione della fede vale il principio generale: i bambini imparano solo quello che vivono. L’apprendimento religioso passa attraverso tre stadi. Il primo è quello che passa attraverso l’osservazione e l’imitazione. Per la nascita e lo sviluppo dell’immagine di Dio infantile tuttavia l’influenza dei genitori è decisiva. Il rapporto genitori-figlio viene innanzitutto proiettato sul rapporto con Dio. Anche l’autostima del bambino e dell’adolescente ha le proprie radici nella famiglia e si ripercuote essenzialmente sul rapporto con Dio.
La cosa più importante per i genitori è chiarire la propria immagine di Dio. Abbiamo la responsabilità di non ingannare i nostri figli a proposito di Dio, rivelando loro un’immagine di Dio nemica della vita e dell’amore, danneggiandoli in questo modo dal punto di vista psichico.
I bambini che vivono con i genitori in un rapporto caratterizzato da confidenza assoluta, che si sentono e si sanno accettati in ogni aspetto della loro personalità, considerano Dio un essere amorevole e premuroso, mentre i bambini con confidenza insicura vedono in Dio una presenza poco rassicurante e incline a distribuire punizioni. Per comprendere il divino e abbracciare la fede sono quindi fondamentali le persone di riferimento primarie.
È la «religiosità familiare» a formare il rapporto del bambino con Dio. Quanto più il bambino si sente apprezzato, quanto più si sente accettato in tutti i suoi sentimenti, tanto più si sente protetto nella sua fede ed è consapevole delle proprie forze spirituali.
L'educazione spirituale e religiosa si concretizza nei rituali; siano essi il rituale serale, il pasto comune, la preghiera o la Messa domenicale. La rinuncia ai rituali comporta anche una perdita di spiritualità. Il rituale, con le sue infinite ripetizioni, esprime vicinanza e sicurezza affettiva. Mostra ai bambini che i genitori sono con loro: posso lasciarmi andare perché mi sento protetto. E la preghiera spiega al bambino che esiste un essere superiore che ci sorregge senza che il suo sostegno sia legato a condizioni di alcun genere.