Brasile – La presenza missionaria salesiana in mezzo al popolo Xavante
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20 Marzo 2025

(ANS – Sangradouro) – Rispondendo agli appelli alla missione e al sogno missionario di Don Bosco, la Famiglia Salesiana è presente tra gli indigeni Xavante nella missione di Sangradouro, nello Stato brasiliano del Mato Grosso, attraverso un’evangelizzazione inculturata, impegnata a portare la Buona Novella di Gesù soprattutto ai giovani indigeni.

Quest’anno la Congregazione Salesiana celebra il 150° anniversario dell’invio della Prima Spedizione Missionaria Salesiana, un evento che avrebbe segnato la storia della Congregazione, ribadendo la centralità del sogno missionario di Don Bosco e indicando nuove direzioni di marcia a tutta la nascente realtà salesiana. Alla partenza, a Genova, il santo fondatore chiese ai missionari di “fare tutto quello che potrete e Dio farà il resto”. Di fronte a questo appello, ci si rende presto conto che, nella missione, non è possibile risparmiare gli sforzi per annunciare Gesù Cristo e difendere la vita; e al tempo stesso che i missionari non operano da soli, perché è la grazia di Dio che opera e compie ciò che deve essere fatto, stabilendo una correlazione tra la dedizione umana e l’apporto divino.

Don Bosco una volta sognò di trovarsi tra gli indigeni della Patagonia. Oggi, a 150 anni dall’invio dei primi missionari salesiani, la Missione Salesiana del Mato Grosso (MSMT) continua a realizzare l’ideale di quel sogno: essere una presenza tra le popolazioni indigene, mantenendo la determinazione e la gentilezza dei pionieri. Come riporta il sito web dell’Ispettoria di Brasile-Campo Grande (BCG), “con l’arrivo dei salesiani nel Mato Grosso nel 1894, l’assistenza alle popolazioni indigene si è ampliata. Il primo approdo fu nella colonia di Teresa Cristina, nel 1894; poi fu la volta di Sangradouro, nel 1906, e infine di São Marcos, nel 1957”. Secondo don Juan Carlos Ingunza, missionario salesiano a Sangradouro: “Il popolo Xavante, per vari motivi, si rivolse ai missionari salesiani per chiedere aiuto. La comunità li accolse calorosamente e, a poco a poco, l’opera di Sangradouro fu totalmente dedicato agli Xavante”.

“Dobbiamo annunciare il Vangelo di Gesù in modo inculturato. Con la nostra presenza, siamo un segno di Gesù” dichiara il religioso.

La comunità di Sangradouro

La comunità di Sangradouro, dedicata a San Giuseppe, estende la sua opera lungo 68 villaggi. Guidati dal Direttore, don Amércio Rezende de Oliveira, e dagli altri salesiani: don Joseph Tran Van Lich (missionario ad gentes del Vietnam), don Ingunza Uscola (missionario ad gentes della Spagna), il fratello Altair Gonçalo Monteiro da Silva e il tirocinante Gabriel Coelho.

Secondo don Rezende, il lavoro che i missionari salesiani svolgono con il popolo Xavante a Sangradouro si concretizza in varie attività, come: l’oratorio, la celebrazione delle Messe, la catechesi, la donazione di cesti alimentari, medicinali e vestiti da parte delle varie presenze salesiane nell’Ispettoria, l’accompagnamento delle famiglie, vari corsi per donne e giovani, e la celebrazione di sacramenti in linea con i loro riti di passaggio. Inoltre, sottolinea, sia il Messale, sia il Lezionario utilizzati per le celebrazioni sono quelli tradotti nella lingua degli Xavante, il che rafforza l’attenzione all'evangelizzazione inculturata, perché permette agli indigeni di pregare nella loro lingua.

In questo contesto, don Van Lich aggiunge che alle famiglie locali vengono consegnate anche piantine da frutto da coltivare, vengono realizzati corsi di portoghese, si dà assistenza agli anziani e ai malati dei villaggi e c’è attenzione costante ai giovani Xavante attraverso lo studio della musica nella loro lingua, riaffermando così la loro cultura e identità. Infine, c’è l’oratorio domenicale, con sport, giochi, merenda, i messaggi della “buonanotte” salesiana, con la presenza-assistenza dei salesiani, oltre ad altre attività quotidiane nei villaggi.

Le sfide

Interpellati sulle maggiori sfide di questa missione, i Figli di Don Bosco rispondono che il problema principale è la lingua, perché spesso hanno bisogno di traduttori. Molti indigeni sono inattivi e non lavorano più direttamente nei campi come un tempo. C’è anche preoccupazione per la salute, perché molti sono diabetici, anche se godono dell’assistenza dell’Unità Sanitaria di Base (UBS) del territorio. Inoltre, sottolineano che l’educazione formale, ossia la scuola, non è più di competenza dei salesiani, il che rappresenta una grande perdita per la missione.

Nello spirito della celebrazione del 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria, don Ingunza Uscola sottolinea l’importanza della “missione ad gentes” per la Congregazione Salesiana: “Il salesiano che viene inviato dal Rettor Maggiore a collaborare come presenza salesiana è una persona che cerca di continuare nello stesso spirito dei pionieri che ci hanno preceduto. Quello che abbiamo imparato da loro è stato il rispetto della cultura e dell’identità delle popolazioni, combattendo per il riconoscimento dei loro diritti. La cosa più importante nell’azione missionaria è essere presenti tra loro (Xavante), nei loro riti, ballare con loro, rispettare la loro cultura, essere presenti nella loro vita. Dobbiamo annunciare il Vangelo di Gesù in modo inculturato. Con la nostra presenza, siamo un segno di Gesù”.

La celebrazione del 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana è anche un invito a guardare all’identità e alla spiritualità missionaria salesiana e a ripensare la missione di fronte ai contesti attuali, specialmente quelli in cui i giovani sono sfidati nella loro dignità umana. La Congregazione Salesiana, fedele al mandato missionario di Gesù, è al servizio del Regno di Dio, alla maniera di Don Bosco, e all’insegna del motto dell’anniversario – Ringraziando, Ripensare, Rilanciare – cerca di rispondere alle chiamate attuali, risignificando la sua presenza in mezzo ai vari fronti di missione, dialogando con le molteplici realtà, con atteggiamenti sinodali, in una proposta di Chiesa in uscita.

José Cleudo Matos Cardoso

Fonte: Bollettino Salesiano del Brasile

InfoANS

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