Repubblica Democratica del Congo – I gruppi AVEC e la pandemia di Covid-19 a Bukavu
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18 Giugno 2020

(ANS – Bukavu) – Da circa due anni il Centro Don Bosco di Bukavu, in collaborazione con l’associazione senza fini di lucro “Donne e bambini in pericolo”, sostiene il funzionamento dei gruppi “AVEC” (Association Villageoise d’Epargne et Crédit - Associazione Paesana di Risparmio e Credito) in varie parrocchie della diocesi di Bukavu, per promuovere lo spirito di solidarietà, ma anche per facilitare l’accesso al credito per le persone più povere. I gruppi “AVEC” riuniscono da 20 a 45 persone dello stesso quartiere e della stessa classe sociale – persone vulnerabili che non hanno accesso ai servizi finanziari ufficiali.

Il sistema consiste nel creare insieme, grazie al contributo di ogni membro, dei risparmi di solidarietà, così da poter costituire comunitariamente un accesso ad un credito da investire in un’attività generatrice di reddito e migliorare pertanto le loro condizioni economiche.

Dall’annuncio della pandemia i COVID-19 nella provincia del Sud-Kivu, per la stragrande maggioranza della popolazione il lavoro ha subito una brusca frenata. Dal 19 marzo le autorità pubbliche hanno imposto l’abbandono di tutte le attività che coinvolgono più di 20 persone. Anche i gruppi AVEC hanno dovuto affrontare la pandemia. Alcuni comitati hanno deciso di sospendere le attività; altri hanno ridotto il numero di partecipanti alla riunione settimanale, per consentire la continuazione delle attività, poiché queste associazioni costituiscono un mezzo efficace per consentire ai membri di prepararsi meglio economicamente ad una catastrofe come quella di COVID-19.

Sfortunatamente, la maggior parte dei membri vive giorno per giorno, usa i soldi ricevuti dal gruppo AVEC per attività che gli garantiscono poco più della sopravvivenza. Attualmente i membri hanno difficoltà a rimborsare i loro crediti e a mettere pure qualcosa da parte: alcuni per ragioni di sicurezza hanno sospeso le attività generatrici di reddito e hanno deciso di non vendere più al mercato, pure se hanno dei crediti da rimborsare; altri stanno dando priorità alle spese alimentari.

Emblematica è la storia di Adidja Sikambwe, 53enne, membro del gruppo AVEC “Neema/AFDC”, che vende banane fritte sulla strada, l’Avenue Industrielle. Con l’inizio della pandemia le sue entrate si sono ridotte drasticamente, per la mancanza di clienti seguita alle misure di confinamento. Una volta si è vista stata costretta a consumare la sua merce in famiglia perché non marcisse. Attualmente la attività non è più redditizia e vorrebbe cambiarla, ma le mancano i mezzi. A causa della situazione, non può più rimborsare il suo credito, né può risparmiare nel suo gruppo.

Se questa situazione persiste la sua piccola impresa di vendita di banane fritte rischia il fallimento, perché a un certo punto sarà costretta a utilizzare tutto il suo capitale per soddisfare le esigenze alimentari della sua famiglia. Eppure, il suo capitale proviene da un credito contratto per 2 mesi con il gruppo AVEC di cui è membro.

Il mancato rimborso del prestito non permette ai membri del comitato di avere i fondi per soddisfare le richieste degli altri membri bisognosi di credito e ciò rischia di portare al fallimento questo gruppo AVEC.

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