Comunicati Stampa

(Kakuma - Kenya, 27 aprile 2017) - Di fronte alla delicata situazione che si sta vivendo in Venezuela, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, attraverso un comunicato inviato dal Kenya esprime il suo sostegno ai Salesiani in Venezuela e al popolo venezuelano. In un messaggio fraterno afferma: “non siete soli, dalle varie parti del mondo salesiano ci preoccupiamo per voi, siamo attenti a ciò che state vivendo e ben consapevoli di tutto ciò che vi accade”.

Di seguito il testo del messaggio:

Sono in questi giorni in visita presso la presenza salesiana a Kakuma (Kenya), dove i miei confratelli salesiani vivono da anni all’interno del campo profughi delle Nazioni Unite, condividendo la vita e il destino di queste 150.000 persone. La nostra semplice scuola professionale aiuta i giovani ad apprendere un mestiere per quando possano lasciare il campo. Sono per lo più giovani e famiglie del Sudan del Sud, del Rwanda, del Congo e dialtri paesi. Sono venuti qui, nel Nord del Kenya, e continuano a venire, in fuga dai conflitti nei loro paesi, dalla mancanza di sicurezza, dall’instabilità nei loro villaggi e dalla fame che queste situazioni creano.

In questo contesto ho visto il video che a titolo personale ha registrato don Francisco Méndez, Superiore dell’Ispettoria Salesiana in Venezuela, nel quale egli afferma che deve farlo perché in coscienza sente di non poter tacere.

Con queste mie parole desidero esprimere pubblicamente il mio totale sostegno a don Francisco Méndez e a tutti i miei confratelli salesiani in Venezuela. E anche il mio totale sostegno alla grande Famiglia Salesiana in Venezuela.

Voglio esprimere a don Francisco e ai miei confratelli, come Superiore Generale dei Salesiani di Don Bosco nel mondo, che sono al vostro fianco, siamo al vostro fianco. Intuiamo il dolore che vivete e la stanchezza a cui siete giunti. Per molto tempo abbiamo pregato per questo bellissimo paese e la sua buona gente. Abbiamo pregato per i morti delle ultime settimane, alcuni dei quali vicini all’opera salesiana.

Oggi desidero esprimervi il nostro affetto, sostegno e aiuto. Desidero esprimere a don Francisco, ai Salesiani e alla Famiglia Salesiana in Venezuela, che non siete soli, e che dalle varie parti del mondo salesiano ci preoccupiamo per voi, siamo attenti a ciò che state vivendo e ben consapevoli di tutto ciò che vi accade. Oggi più che mai vi accompagniamo.

Invoco per tutti voi e per la vostra gente, la Pace, quella Pace che sempre e ovunque nel mondo è possibile solo se proviene dalla mano della Giustizia e del Rispetto dei più inviolabili diritti umani di ciascuna persona.

E chiedo al Buon Dio che vi dia quella forza interiore e spirituale che proviene da Lui.

Con vero affetto,

Don Ángel Fernández A., sdb

Rettor Maggiore

“MISIONES SALESIANAS” di Madrid, in collaborazione con l’associazione “ISCOM”, presenta il documentario “Alto el fuego” (Cessate il fuoco) sul processo di riabilitazione personale e il reinserimento sociale dei bambini soldato grazie ai Salesiani.

(Roma, 27 gennaio 2016) – Oltre 50 anni di conflitto armato in Colombia tra FARC, ELN, i Paramilitari e lo Stato hanno lasciato sul campo otto milioni di vittime. In questi anni migliaia di bambini hanno fatto parte dei gruppi armati e sono diventati vittime a loro volta, perché la loro infanzia è rimasta attaccata alle armi, la foresta è stata la loro unica casa e il battaglione la loro sola famiglia.

L’utilizzo dei minori come soldati è una pratica molto diffusa nei paesi in guerra: sono una manodopera a basso costo, facilmente manipolabile, poco esigente, leale, che si sostituisce con facilità, che costa poco alimentare, che genera meno sospetti nelle file nemiche, e costituiscono perfetti accompagnatori e schiavi sessuali... Si calcola che in Colombia ci siano ancora tra gli 8.000 e i 14.000 bambini soldato.

Sottratti all’eduzione per anni, i minori allontanati dal conflitto vengono accolti presso l’opera dei Salesiani “Ciudad Don Bosco” di Medellin, che negli ultimi 14 anni ha accompagnato oltre 2.300 ex bambini soldato. Il programma “Construyendo sueños” (Costruendo Sogni) li accoglie, ne cura il recupero e li educa, aiutandoli a superare i traumi subiti attraverso una pedagogia della fiducia, trasformando le loro paure nel desiderio di imparare, e insegnando loro un mestiere, affinché possano reinserirsi nella società e ricongiungersi con le loro famiglie.

Il documentario “Alto el fuego”, diretto da Raul de la Fuente, ripercorre in 21 minuti le paure, i sogni e le speranze dei protagonisti, Catalina e Manuel. Racconta il loro ingresso nella guerriglia, la fase di de-militarizzazione, il processo di ricostruzione personale nella casa salesiana e i loro sogni per un futuro di pace e come attori e costruttori di quella stessa pace. “Voglio comprarmi una casetta... no, una grande casa! Voglio andare all’Università, pensare in grande…”, dice Catalina che si è appena diplomata in Arti Grafiche a Ciudad Don Bosco.

MISIONES SALESIANAS” di Madrid, in collaborazione con l’associazione “ISCOM”, invita pertanto i giornalisti alla presentazione del documentario.

 

Informazioni per i media

Giorno: Giovedì 2 febbraio 2017 - Orario: 11:00 - Luogo: Borgo Pio 172, Roma

Intervengono: Catalina e Manuel, giovani sottratti alle FARC in Colombia; Rafael Bejarano, salesiano e Direttore di “Ciudad Don Bosco” a Medellin; e James Areiza, educatore e responsabile dei programmi di Protezione dell’Infanzia a “Ciudad Don Bosco”.

 

Le MISSIONI SALESIANE sono nate nel 1875, quando Don Bosco inviò un gruppo di dieci missionari nella Patagonia argentina. Sono trascorsi oltre 140 anni da allora, nei quali più di 10.000 Salesiani sono stati inviati nei paesi di missione. Attualmente siamo presenti in oltre 130 paesi, nei quali portiamo avanti progetti a beneficio dell’infanzia più svantaggiata.

 

Per ulteriori informazioni:

José Luis Muñoz: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - cell: +39 340 181 71 76; tel: 06 6561 2579     

"Non possiamo rimanere inerti. Non ci è lecito restare fermi. Dobbiamo andare a vedere il nostro Salvatore deposto in una mangiatoia. Ecco il motivo della gioia e della letizia: questo Bambino è «nato per noi», è «dato a noi», come annuncia Isaia (cfr 9,5)" (Papa Francesco, 24 dicembre 2015)

La redazione di ANS augura a tutti buon Natale e un felice anno nuovo.

(Roma, 16 de diciembre 2016) – Los Salesianos de Don Bosco desde hace más de 150 años consideramos a  los niños, niñas, adolescentes y jóvenes sujetos activos de derechos, y buscamos el potencial positivo que existe en cada uno de ellos y ellas, a través de la educación. En todo el mundo, sin embargo, hay millones de “Menores Extranjeros No Acompañados” (MENA), una de los colectivos con más riesgo de sufrir violencia, explotación y violación de derechos. Con motivo de la Jornada Internacional para los Derechos de los Migrantes, que se celebra el 18 de diciembre, Don Bosco Internacional presenta algunas líneas guía para que el trabajo Salesiano con estos menores sea siempre de calidad y que responsa a las demandas específicas de este colectivo.

Según un reciente informe del Alto Comisionado de Naciones Unidas para los Refugiados (ACNUR) las personas que huyen de la guerra, persecución o violencia en el mundo hasta 2015 eran 65,3 millones, casi la mitad de ellos, menores: niños y jóvenes en situación de indefensión y necesidad.

En todo el mundo son muchas las Obras Salesianas activas en el campo de los menores migrantes y refugiados: en Estambul, Turquía, los Salesianos acogen desde hace 20 años más de 1000 niños y jóvenes que han huido de las guerras de Irak y Siria; en Líbano los Salesianos los acogen en el Oratorio de EL Houssoun; en Kenia lo hacen en el macro-campo de refugiados de Kakuma; en Alemania acompañan a alrededor de 500 refugios, la mayor parte de los cuales en Múnich y Nürenberg; jóvenes migrantes son ayudados en Tijuana, en México, en la frontera con las Estados Unidos; y en Italia, España, Austria, Portugal, Malta… y tantos otros países, donde las comunidades acogen desde familias hasta decenas de refugiados, proporcionando también su inserción socio-laboral.

Para asegurar que a cada menor migrante o refugiado se le garantiza la mejor tutela posible, con motivo de la Jornada Internacional de los Derechos de los Migrantes, Don Bosco Internacional, organismo que representa a los Salesianos en las Instituciones europeas, ha publicado algunas líneas guía para el trabajo salesiano con MENAs, que requieren:

  • un apoyo adecuado del MENA a partir de su tratamiento como individuo, desde el primer contacto hasta más allá de los 18 años;
  • el compromiso de cooperación con otros instituciones cualificadas;
  • la educación integral;
  • la promoción de la dignidad humana del MENA;
  • la integración específica a través de estructuras adecuadas para evitar la constitución de “guetos”;
  • el apoyo en el aprendizaje del idioma;
  • itinerarios de formación permanente para aquellos implicados pedagógicamente con los Salesianos.

Para la Familia Salesiana no cuentan el género, el credo, la educación, el origen, el pasaporte… Cualquier chico o chica es sujeto activo de sus propios derechos, protagonista de su propia historia y está en el centro de todo el proceso educativo. No es considerado sólo como un/a destinatario/a de servicios, sino una persona con ideas propias, que debe ser escuchada y respetada. “Me basta que seáis jóvenes para amaros”, decía Don Bosco.

La declaración completa está disponible en la página web de Don Bosco International.

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