CG28, la seconda settimana di lavori: l’amicizia e l’ascolto

02 Marzo 2020

(Torino, 1° Marzo 2020) – Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, nell’omelia che sabato 29 febbraio ha rivolto ai Capitolari ha detto: “Nella comunità c’è bisogno di parole semplici, insieme ad esperienze di vita concreta e soprattutto tanta amicizia e ascolto reciproco: questo riesce ad arrivare direttamente al cuore delle persone, più di ogni altra cosa”. L’amicizia e l’ascolto reciproco fanno parte dell’aria che si respira in questi primi giorni di impegno capitolare.

“C’è un’atmosfera concentrata, intensa, una volontà costruttiva, tanta comprensione per gli spostamenti e qualche disagio necessario, ma il feedback di questo primo tempo è assolutamente positivo. La discussione sulla relazione del Rettor Maggiore e le sue risposte sono state perfette ed esemplari” ha affermato don Saimy Ezhanikatt, Segretario del capitolo e deus ex machina di tutta l’organizzazione.

Nella mattinata di lunedì 24 febbraio, sono state effettuate le prove linguistiche di traduzione e un test sulle votazioni. Sono 222 gli aventi diritto di voto che hanno contribuito a mettere a punto il sistema.

Si è proceduto quindi con la nomina dei Segretari, proposti dal Regolatore e votati dall’assemblea. Sono risultati eletti don Enrico Gaetan, don Luca Barone e don Daniele Merlini.

Subito dopo è stata la volta dei Moderatori. Sono stati eletti: don Manuel Cayo, Ispettore del Perù (PER), don Jose Kuruvachira, Ispettore di India-Dimapur (IND) e don Manuel Jimenez Castro, Visitatore dell’Africa Congo Congo (ACC).

I capitolari si sono immersi poi nella lettura individuale del Regolamento e poi si sono divisi nelle quattro commissioni sul tema e in quella (una) sui temi giuridici.

Il giorno seguente, martedì 25, don Andrea Bozzolo, SDB, docente di Teologia Dogmatica presso la Sezione di Torino della Facoltà di Teologia dell’UPS, ha presentato ai Capitolari riuniti nel Teatro Grande di Valdocco lo Strumento di Lavoro del Capitolo Generale 28. Con una bella immagine: “il fuoco e la canoa”. 

Il fuoco dello Spirito di Dio segna e illumina la rotta che la canoa del Capitolo deve seguire. Imbarcati su di essa, i salesiani devono tenere la rotta insieme ai giovani che remano con vigore, tutti rivolti verso la stessa meta che è l’obiettivo del Capitolo, formato da tre nuclei: la priorità della missione per i giovani, con tutte le sfide che comporta, il profilo del salesiano e la corresponsabilità con i laici.

Il Capitolo – è stato ricordato – non è un “parlamento”, ma saper riconoscere Dio nella voce dei fratelli.

Scaturiranno di qui le tappe successive che porteranno alle scelte, attraverso il triplice crivello riconoscere-interpretare-scegliere.

Si respira una buona e positiva attenzione. L’impegno di tutti è evidente. 

L’organizzazione sta funzionando con ammirevole efficienza. Il lavoro “in squadra” è coordinatissimo: da dietro le quinte, dove stazionano a tempo pieno gli operatori della rete digitale che supporta tutte le forme della comunicazione, ai traduttori, agli addetti all’ospitalità e ai momenti liturgici; ma soprattutto ciò che conta di più è l’atteggiamento collaborativo dei capitolari.

Ottimo anche la Copertura mediatica di base, che punta a creare comunione tra i partecipanti del CG28 a Torino-Valdocco e ogni “Valdocco” locale nelle periferie della Congregazione. In questo caso i media digitali hanno la capacità di mettere sullo stesso piano il centro con le comunità e opere della periferia.

“Le commissioni e le sottocommissioni sono state create in pochissimo tempo e si sono immediatamente messe al lavoro” ha continuato don Ezhanikatt.

Le commissioni sono formate per aree linguistiche e suddivise a loro volta in sottocommissioni per favorire il massimo dialogo possibile. L’unica commissione un po’ diversa è quella che si occupa di questioni giuridiche, alcune delle quali sono urgenti e di non semplice soluzione.

Naturalmente c’è molta attesa per la settimana dal 16 al 21 marzo, la settimana delle elezioni, che può significare molto per comprendere l’orientamento della Congregazione.

In tutti c’è quella volontà “accesa” da Papa Francesco e che l’Arcivescovo sintetizza così: “La Chiesa non può accontentarsi di aspettare che ritornino i giovani, ma deve cercarli e incontrarli là dove sono, aprendo le porte, andando al largo, sfidando la tempesta sia culturale che ambientale, massmediatica e digitale… insomma, il nuovo mondo dove i giovani nuotano come il pesce nell’acqua”.

I frequenti momenti di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice, “luogo del cuore” di Don Bosco e di tutti i salesiani, sono sorsate alla sorgente di quella spiritualità che qui ha avuto origine.

Foto su ANSFlickr

InfoANS

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