Perché il diritto all’istruzione?
Bram: l’istruzione è un diritto fondamentale, proprio come il cibo e le bevande. È nostro dovere, e quello di ogni governo, garantire questo diritto a tutti i bambini e i giovani del mondo. L’istruzione è anche il motore per lo sviluppo sostenibile. Per garantire un futuro sostenibile, è necessario abbracciare diverse aree, come il clima, la sicurezza alimentare, la crescita economica, i consumi, l’uguaglianza di genere ... Una ricerca del Financial Times ha dimostrato che gli investimenti in un’istruzione di qualità hanno un effetto moltiplicatore e un impatto positivo importante su quasi tutti gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile. Tale studio dimostra, ad esempio, che se tutte le ragazze e i ragazzi dei Paesi a basso reddito dovessero uscire dalla scuola con competenze di lettura di base, si stima che 170 milioni di persone uscirebbero dalla povertà. Se tutte le donne dei Paesi a basso e medio reddito completassero l’istruzione secondaria, il tasso di mortalità infantile tra i bambini sotto i cinque anni sarebbe dimezzato.
Dove e in che modo questo diritto non è rispettato?
Bram: Secondo i dati delle Nazioni Unite (ONU), oltre 265 milioni di bambini e giovani non vanno ancora a scuola. Per circa 57 milioni di loro questo riguarda direttamente la scuola elementare. Più della metà dei bambini che non vanno a scuola vive nell’Africa sub-sahariana. Le ragioni principali di ciò sono l’elevato costo dell’istruzione e la mancanza di risorse, l’esclusione dei giovani con una disabilità, la distanza dalla scuola o la privazione di bisogni di base come cibo o salute. Le ragazze hanno anche meno accesso all’istruzione; le ragioni sono disparità di diritti o di posizione nella società, con le conseguenti violenze sessuali, la gravidanze precoci, scarse infrastrutture per le ragazze nelle scuole, ecc. Infine, la migrazione e la crescita di giovani in zone di conflitto o di disastro ostacolano in molti casi anche l’accesso all’istruzione.
Che cosa contate di fare per risolvere questo problema?
Bram: VIA Don Bosco sostiene scuole professionali, anche la formazione occupazionale e imprenditoriale in Africa e America Latina. Ad esempio, ogni anno, a 20.000 ragazze e ragazzi vulnerabili, diamo l’opportunità di apprendere una professione e di contribuire allo sviluppo del loro Paese. Un esempio di questo è Véronique, dal Madagascar. Suo padre è cieco. Sua madre cerca di guadagnare qualche soldo in più, ma non basta per sostenere sette figli e mandarli a scuola. In questo momento, Véronique ha 15 anni e segue un sezione “coupe-couture” nella nostra scuola di Don Bosco in Madagascar.
Perché un diritto al tempo libero?
Fonny: il diritto al tempo libero è incluso nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (articolo 24) e nell’elenco dei Diritti Universali dei Bambini (articolo 31). I bambini hanno quindi diritto a giocare e a delle attività culturali o artistiche. Giochi, sport e attività creative sono molto importanti per lo sviluppo di un bambino. Pertanto, tutti i bambini devono avere il tempo e lo spazio per giocare. Don Bosco lo aveva capito ben presto poiché, fin dall’inizio, il suo oratorio è diventato un polo di attrazione per la ricreazione, il gioco, lo sport organizzato.
Perciò, Don Bosco Youth-net promuove l’istruzione non formale in modo giocoso ed esperienziale, offrendo così ai giovani l’opportunità di sviluppare varie competenze in modo che possano crescere nel loro ruolo di cittadini attivi nella nostra società.
Dove e in che modo questo diritto non è rispettato?
Fonny: Idealmente dovrebbero esistere molte aree gioco sicure in ogni quartiere, con una vasta gamma di attività ricreative per bambini e giovani, compresi anche i ragazzi con disabilità. Inoltre, il portafoglio di mamma o papà non dovrebbe avere alcuna influenza sulle possibilità di giocare dei loro bambini. In realtà, questo mondo non esiste ancora e per esempio in Belgio, il governo fiammingo ha diminuito il 5,2% del budget per le organizzazioni e le associazioni socioculturali. A livello europeo, il Consiglio d’Europa ha minacciato il sostegno finanziario al lavoro giovanile negli ultimi mesi. Fortunatamente questo è stato eliminato da un’intensa attività di lobbying, poiché ciò avrebbe avuto un impatto enorme su molte organizzazioni internazionali.
Altri ostacoli sono le domande di sussidio inutilmente complesse e i resoconti dettagliati: ciò che richiede un’enorme quantità di tempo. I nostri giovani volontari vogliono iniziare della attività per i loro coetanei, ma trovano ostacolo nella legislazione e nelle forme giuridiche troppo complesse. Cerchiamo di sostenerli nel miglior modo possibile, ma notiamo una grande pressione da parte delle autorità governative. Tuttavia c’è una nota positiva: il settore delle attività ricreative sta diventando sempre più diversificato a livello europeo con un numero enorme di iniziative! Infine, vediamo che Erasmus +, cioè il programma europeo che vuole favorire la mobilità nel lavoro e l’istruzione giovanile a livello internazionale, aumenta il suo budget ogni anno, e offre così tante opportunità ai giovani europei per scoprire le attività giovanili all’infuori dei confini nazionali.
Come contate di fare tutto questo?
Fonny: negli ultimi anni, DBYN ha allargato il concetto di “Summerexchange of Animators”. Per mezzo di questo programma di scambio, i giovani animatori possono acquisire un’esperienza primaria in un campo estivo all’estero. Così questi ragazzi sviluppano così della abilità interculturali, praticano una lingua diversa, aumentano l’esperienza di lavoro con i giovani... E tutto questo in un modo piacevole! In Belgio-Nord e nei Paesi Bassi, riceviamo ogni anno circa 40 animatori europei!
Fonte: www.donbosco.be o www.donbosco.nl
https://www.infoans.org/sezioni/interviste/item/8781-belgio-impara-e-ricrea-ti-e-un-tuo-diritto-fondamentale#sigProId1c4cc6de4e