RMG – “La presenza dei giovani ha trasmesso freschezza, vitalità, gioia”: la riflessione del Rettor Maggiore

(ANS – Roma) – Il propagarsi del Coronavirus ha avuto un impatto anche sul CG28, interrotto prima del previsto. Nonostante questa difficoltà, è stato comunque possibile consultare i giovani, che hanno portato al Capitolo il loro significativo contributo. Ne parla il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nell’ambito dell’intervista rilasciata al settimanale Alfa y Omega.

Qual era il programma delle tre settimane del Capitolo che non avete potute svolgere?

Anzitutto va ricordato che abbiamo dovuto concludere – e non solo interrompere – il Capitolo Generale tre settimane prima a causa del Coronavirus (Covid-19), in obbedienza alle norme emanate dal Governo italiano. Poiché avevamo la sensazione che, a causa dell’emergenza sanitaria, ci sarebbe stata la possibilità di interrompere il Capitolo, si è deciso di anticipare di una settimana il discernimento per l’elezione del Rettor Maggiore e dell’intero Consiglio Generale. Questo processo si è svolto durante la quarta settimana, al termine della quale sono cominciati i rientri dei confratelli nei propri Paesi di origine; e non senza difficoltà. Infatti 46 capitolari sono a tutt’oggi ancora a Valdocco perché non sono potuti rientrare nei rispettivi Paesi. Sono rimaste da completare la parte di lavoro inerente alla discussione in assemblea delle differenti proposte studiate all’interno delle commissioni e la votazione del documento finale, emerso dalla riflessione delle tre settimane precedenti. Ciò non è stato possibile e pertanto non abbiamo un documento finale approvato dall’assemblea capitolare, ma ampie riflessioni e deliberazioni che il Rettor Maggiore con il suo Consiglio dovrà assumere come progetto di animazione e di governo e che dovranno essere trasmesse a tutto il mondo salesiano, appena il Consiglio generale potrà radunarsi per la prima volta.

Avete consultato tutti i giovani salesiani del mondo. Quali sono state le risposte dei giovani? Cosa vi hanno trasmesso? Cosa chiedono i giovani alla Congregazione?

Sì, è vero. Devo dire che – considerato anche l’interesse dei lettori – si è trattato di un Capitolo generale salesiano nel quale, nei due anni di preparazione che l’hanno preceduto, sono state svolte due importanti e significative consultazioni. Una con riferimento alla formazione di giovani salesiani. E in essa abbiamo dato la parola a 3.670 giovani salesiani, che sono nei loro primi anni di professione religiosa. Essi ci hanno raccontato tante cose molto interessanti su come appaiono e cosa pensano dei giovani. Le altre consultazioni hanno interessato i giovani delle migliaia di presenze salesiane nel mondo. E, infine, abbiamo avuto un gruppo di giovani dei cinque continenti che ha condiviso un’intesa settimana con noi a Valdocco. La loro presenza ha trasmesso freschezza, vitalità, gioia. E sono stati molto convincenti e chiari nel loro messaggio. Ci hanno detto che ci vogliono bene, che amano i salesiani e che ci vogliono al loro fianco nel cammino della vita. Ci hanno chiesto di accompagnarli negli anni in cui hanno più bisogno di noi. Ci hanno detto di lasciarci amare da loro. Ci hanno chiesto di essere amici, fratelli e padri perché, per quanto forti siano stati, “molti giovani nel mondo sperimentano l’assenza di padri. Ci manca l’esperienza di paternità”.

E, infine, con emozione in tanti momenti ci hanno detto: “Abbiamo soprattutto bisogno che voi ci mostriate e diciate mille volte di più che Dio ci ama”.

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