Quest'anno, dallo stesso santuario, è partita la spedizione numero 150. In questi anni, davanti all’immagine di Maria Ausiliatrice più di 9000 salesiani hanno seguito l’esempio dei primi dieci, dando vita ad un'epopea missionaria che non ha eguali nella storia. Con fede e coraggio hanno percorso strade e luoghi sconosciuti in tutti i continenti, hanno incontrato persone di tutte le razze, hanno dato la vita, per portare il Vangelo a tanti giovani che Don Bosco aveva solo sognato. Quando don Bosco morì, il suo sogno, con le loro mani, i loro piedi e il loro cuore continuò.
I giovani missionari fondarono città, ospedali, oratori, esplorarono fiumi, scavarono pozzi, crearono scuole di ogni tipo e diedero nomi a laghi e montagne. Molti non sono mai tornati alle loro terre d'origine e sono diventati figli di quelle terre che li hanno adottati e dove oggi riposano. Le spedizioni hanno gradualmente mobilitato laici, membri della famiglia salesiana, giovani volontari che si sono uniti a questo movimento evangelizzatore in tutti i continenti.
La 150a spedizione missionaria parte in uno scenario diverso, non è più un'impresa civilizzatrice o un grande progetto di promozione ed evangelizzazione. I contesti sono diversi, i nostri missionari portano il Vangelo in paesi di cultura cristiana spesso in declino e di grande abbondanza economica, ma manca la gioia, il Vangelo, il “perché” di tutto. Vanno a vivere in situazioni culturali difficili e anche contrarie a tutto ciò che è cristiano. Alcuni dovranno prima o poi anche navigare verso continenti e territori virtuali con lingue sconosciute e in continuo cambiamento, ambigui, con nuove logiche e regole.
Oggi, i nostri missionari contano solo sulla forza della testimonianza del Vangelo come messaggio che devono portare a tanti che li aspettano; sono oltre Valparaíso e Pechino (che Don Bosco aveva visto in sogno), sono sulle reti del mondo virtuale, navigano negli oceani dell'incertezza e della solitudine, si muovono come tribù di cacciatori, esplorando, rianimando e accompagnando giovani alla ricerca di un senso della vita.
"Dio ama chi dona con gioia" (2 Cor 9,7). Ama la Chiesa “in uscita”. “Se non è in uscita, non è Chiesa”. Lo dice il Papa, e questo è vero per noi: una congregazione che non porta nel suo cuore l'impronta missionaria, che è sempre pronta ad andare "dove tante persone vivono ancora senza la gioia del Vangelo".
Quel piccolo scritto che Don Bosco dà ai suoi primi missionari, termina così: “Nelle fatiche e nei patimenti, non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo”.