di don Silvio Roggia, SDB
La giornata era iniziata già con un richiamo – durante l’omelia della Messa mattutina predicata da don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore – al discernimento e alla compassione quali strade maestre indicate dal Papa per chiamata alla santità, sottolineate anche nella recentissima esortazione apostolica Gaudete et Exsultate.
Padre Léthel, con il non comune pregio di saper unire grande profondità di pensiero a semplicità di linguaggio, ha poi indicato come discernimento e compassione, fede e amore, siano il sentiero che i santi hanno percorso e aperto per tutti, dove si ritrova quell’unità tra fede e vita, teoria e prassi, terra e cielo che sta al cuore del mistero cristiano.
Un elemento particolarmente affascinante, che il carmelitano ha fatto tangibilmente percepire, è la comunione tra santi e carismi, “come in cielo, così in terra”. I santi non sono mai stati gelosi o campanilisti, ed è sorprendente vedere come già nella loro esperienza terrena ci fosse un mirabile scambio di doni tra Domenico, Francesco, Ignazio, Teresa, Giovanni della Croce… E lo stesso si vede in Don Bosco, per chi si mette in ascolto attento della sua spiritualità. La comunione infatti è il cuore stesso della santità, cioè vita in Dio. I carismi non si sommano, si moltiplicano quanto più la comunione si fa intensa.
“Un esempio tanto semplice quanto efficace ed essenziale è stato presentato attraverso la piccola grande Therese di Lisieux – ha sottolineato uno dei partecipanti al seminario –. Il nostro amore non può che essere che quello di padre o madre, figlio o figlia, sposo o sposa, fratello o sorella, come le quattro corde di una lira o di un violino. Questo vale per il rapporto che abbiamo con Dio e con ciascun altra persona. Non si può che amare così”.
“È stato un invito pasquale e pentecostale a cammini che promuovano la santità ‘così in terra come in cielo’, facendo della ricchezza carismatica della Famiglia Salesiana un dono generoso e ‘in uscita’, già tra i diversi gruppi che si riconoscono nel carisma di Don Bosco, e ancor più verso la grande varietà di altri carismi nella Chiesa, e anche oltre i confini visibili della Chiesa” ha fatto eco un altro dei presenti.
Nell’ultimare il suo intervento padre Léthel si è manifestato come un ammiratore entusiasta del salesiano venerabile don Giuseppe Quadrio “esempio perfetto del santo religioso, sacerdote, teologo e mistico”, e della Salesiana Cooperatrice Vera Grita, “un umile laica consacrata nella quale ho scoperto con gioia una grande mistica dell’Eucaristia, forse una delle più grandi, con un messaggio veramente profetico per la Chiesa di oggi e di domani”.
Merita di essere ricordato che padre Léthel ha predicato gli esercizi spirituali a Benedetto XVI e alla curia romana nel 2011. Le parole di ringraziamento del Papa a conclusione di quel corso riassumono anche la ricchezza di quanto il carmelitano ha comunicato al convegno: “I Santi: Lei ce li ha mostrati come ‘stelle’ nel firmamento della Storia e, con il Suo entusiasmo e la Sua gioia, Lei ci ha inserito nel girotondo di questi Santi e ci ha mostrato che proprio i Santi ‘piccoli’ sono i Santi ‘grandi’. Ci ha mostrato che la scientia fidei e la scientia amoris vanno insieme e si completano, che la ragione grande e il grande amore vanno insieme, anzi che il grande amore vede più della ragione sola”.
La giornata di venerdì 13 aprile si è conclusa per i partecipanti con un pellegrinaggio alla chiesa di Santa Prassede, in occasione del 1200° anniversario di costruzione, e alla Basilica del Sacro Cuore e alle Camerette di Don Bosco a Roma.
Le foto del seminario sono disponibili su Flickr, mentre tutti i materiali e le relazioni disponibili si trovano nell’apposita sezione sul sito sdb.org.