In collaborazione con il Consiglio Arcidiocesano Greco Ortodosso del Nord e del Sud America, i Salesiani hanno preparato e presentato due dichiarazioni per la Commissione. Il primo, “L’emancipazione economica delle donne affette da HIV attraverso la tutela dei loro diritti sulla proprietà” ha riguardato l’impatto che l’HIV ha sui diritti di proprietà delle donne. Il documento in materia afferma: “Ribadiamo il nostro comune interesse per l’emancipazione delle donne e delle ragazze e per il loro diritto a delle condizioni che promuovano la salute e le cure mediche. Tutte le persone hanno il diritto di vivere con dignità, indipendentemente dal genere, dal sesso o lo stato sierologico. A nessun individuo dovrebbero essere negate la possibilità di emancipazione economica o delle opportunità finanziarie a seconda del loro stato sierologico”.
Nella seconda dichiarazione invece è stata ribadita l’urgenza che termini qualsiasi forma di violenza contro donne e bambine, con particolare riferimento a quelle rifugiate o coinvolte nelle migrazioni. “Ribadiamo il nostro comune interesse per la sicurezza e la dignità delle bambine e donne rifugiate e l’importanza della loro libertà di emigrare in cerca di una vita libera dalla violenza, anche su base di genere o sessuale. Insistiamo sul fatto che una soluzione sostenibile per prevenire la violenza sessuale e di genere – insieme a molte altre forme di sfruttamento – passa attraverso l’emancipazione delle donne e delle ragazze, attraverso l’educazione e l’occupazione. È responsabilità della comunità internazionale di investire nella dignità e nell’umanità delle ragazze e delle donne rifugiate (…); fornire loro un lavoro equo e dignitoso, all’interno dei campi profughi come nelle comunità locali, è un modo per aiutare a prevenire la violenza sessuale e garantire migrazioni sicure”.
Infine, don Thomas Brennan, Rappresentante dei Salesiani presso le Nazioni Unite, ha anche moderato una tavola rotonda sul tema: “HIV/AIDS e Diritti sulla Proprietà: superare le barriere all’emancipazione economica femminile”, nella quale si è trattato delle violazioni ai diritti sulla proprietà e di successione che subiscono le donne affette da HIV, e sono state proposte varie iniziative per eliminare tali ingiustizie.
Nel 2015, secondo i dati ONU vi erano 17.8 milioni di donne (dai 15 anni in su) affette da HIV (il 51% del totale), che in molte aree del mondo sono vittime di una doppia discriminazione: in quanto affette da HIV e in quanto donne.