Svizzera – Il calcio per superare il trauma della guerra
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03 Settembre 2024

(ANS – San Gallo) – Più la guerra in Ucraina si protrae, più i giovani muoiono o tornano dal fronte come vittime di guerra, o vengono feriti come civili sotto la pioggia di bombe; tanti di loro, infatti, hanno perso una gamba o un braccio a causa di schegge o mine esplosive. Queste persone devono trovare un nuovo punto d’appoggio nella vita, un nuovo compito e nuovi stimoli. Per tutti loro i salesiani hanno integrato una “scuola calcio per amputati” a Leopoli, la prima di questo tipo in tutto il Paese.

In collaborazione con la Fondazione “Football is More” e i suoi club partner, dal 2024 allenatori e giocatori vengono formati per creare squadre con disabili di guerra e amputati alle gambe. Queste squadre stanno già partecipando al campionato polacco loro dedicato e hanno avuto un inizio promettente. In breve tempo, il calcio è riuscito ad aiutare le persone con gravi ferite di guerra a tornare in qualche modo alla vita. Questi ragazzi, infatti, escono dall’isolamento, partecipano ad attività di gruppo, imparano a giocare a calcio con le stampelle, competono con gli altri e trovano nuovo coraggio per affrontare la vita.

La Coppa Internazionale Helvetia a San Gallo

Nello scorso mese di agosto 2024 si è svolta a San Gallo, in Svizzera, l’“International Helvetia Cup - Football for Inclusion”. Al torneo hanno partecipato anche due squadre della “FK Pokrova di Leopoli”, la scuola calcio per amputati dei salesiani dell’Ucraina.

Il torneo di calcio per amputati ha entusiasmato gli spettatori. Per molti era la prima volta che vedevano partite di calcio per amputati ed è stato sorprendente vedere la velocità e la fisicità del gioco. L’azione in campo è stata accesa, ma sempre corretta. Al più tardi dopo il fischio finale, gli avversari tornavano ad essere persone affini, che si erano completamente godute il divertimento del gioco. È stato particolarmente piacevole che le due squadre dell’FK Pokrova siano state in grado di tenere testa ai disabili di guerra e agli amputati alle gambe dell’Ucraina, anche se alcuni di loro giocano a calcio per amputati da meno di un anno. Una delle due squadre ha addirittura condiviso il primo posto, e quindi la vittoria del torneo, insieme all’Everton FC di Liverpool.

Bogdan Melnyk, allenatore dell’FK Pokrova, è orgoglioso dei suoi giocatori, e dice: “Ho iniziato a fare l’allenatore dell’FK Pokrova un anno fa. Ora sono più un organizzatore e un manager. Solo un anno fa ho scoperto il calcio per amputati. Il salesiano don Mykhailo Chaban, Superiore della Visitatoria ‘Maria Ausiliatrice’ dell’Ucraina greco-cattolica (UKR) mi ha chiesto se volessi creare una squadra del genere. Per prima cosa dovevamo trovare giocatori interessati: la ricerca non è stata facile”.

Prosegue ancora l’allenatore: “Ho visitato centri di riabilitazione, organizzazioni di volontariato e ospedali. Ho parlato con molti candidati e li ho motivati a partecipare. I destini individuali dei nostri giocatori mi stanno molto a cuore e allo stesso tempo mi dimostrano quanto sia importante questa squadra di calcio per amputati. Dopo un anno, abbiamo 35 giocatori attivi nella nostra squadra di calcio, l’80% dei quali sono soldati disabili di guerra, mentre gli altri hanno perso una gamba a causa di una malattia o di un incidente. Il nostro lavoro offre alle persone un aiuto emotivo e psicologico, ma anche gioia a molti livelli. La mia visione è che il tutto diventi molto più grande. Sogno anche di avere le nostre squadre per le donne e i bambini. E che il calcio per amputati dia nuovo sostegno e speranza alle persone con disabilità in tutta l’Ucraina. Stiamo restituendo alle persone un pezzo di vita che hanno perso”.

“Lo sport sa unire le persone quando c’è un trauma”, aggiunge da parte sua Markus Burri, Direttore Generale dell’ONG salesiana svizzera “Don Bosco Jugendhilfe Weltweit”, con sede a Beromünster, in Svizzera. E quando parla di trauma Burri intende sia i traumi fisici, sia quelli psicologici, che sono particolarmente radicati nelle vittime di guerra. “Il linguaggio dello sport è universale e viene utilizzato nei progetti di aiuto salesiani in tutto il mondo: celebrare le vittorie, imparare dalle sconfitte, crescere nello spirito di squadra, ma in ogni caso essere in un movimento positivo”, afferma Markus Burri, descrivendo la promozione salesiana dello sport mirata all’integrazione sociale e all’inclusione di persone svantaggiate.

La gente convive con la guerra

Quando è scoppiata la guerra, non era chiaro se e come i Salesiani di Don Bosco sarebbero stati in grado di continuare il loro lavoro in Ucraina, se sarebbero stati in grado di mantenere i loro centri giovanili e le loro istituzioni educative. Ora la situazione si è stabilizzata. Il Paese e la sua popolazione convivono con la guerra e i Salesiani di Don Bosco continuano a lavorare, nei limiti del possibile, nonostante le immense sfide. Anzi, a causa della situazione di emergenza, hanno aggiunto altri progetti.

La casa famiglia “Pokrova” di Leopoli, ad esempio, ospita attualmente 70 bambini, la maggior parte dei quali sono orfani. Negli ultimi anni si sono aggiunti trenta nuovi bambini, per lo più provenienti dalla zona di guerra nell’est del Paese, mentre altrettanti sono stati adottati o lasciati perché diventati maggiorenni.

Inoltre, in collaborazione con il governo, su un terreno di proprietà dei salesiani è stato costruito un insediamento di container per 1.000 sfollati interni, per lo più donne e bambini, denominato “Mariapolis”. A queste persone vengono forniti pacchi di cibo ogni giorno e 70 donne di quest’insediamento stanno seguendo una Formazione Professionale presso il “Centro Don Bosco” di Leopoli. Alle persone che vivono in zone di guerra vengono distribuiti oltre 1.000 pasti al giorno, insieme ad un importante lavoro di informazione.

A lungo termine, per il dopoguerra, don Chaban spera che possa essere costruito un grande centro sportivo e di riabilitazione integrale per le persone ferite e traumatizzate dalla guerra, pensato per diventare un luogo di speranza e di recupero e in grado di offrire prospettive per il futuro.

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