L’incontro, aperto dal Direttore della FRA, Michael O’Flaherty, con la presenza della Commissaria dell’UE Helena Dalli e Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, ha permesso il confronto tra organizzazioni della società civile, rappresentanti delle istituzioni europee, delle Nazioni Unite ed esperti sui temi dei diritti umani soprattutto ponendo l’attenzione sugli sforzi, sfide e soluzioni affrontate durante il periodo pandemico.
La sessione guidata dal DBI, attraverso il suo Segretario Esecutivo, Renato Cursi, ha avuto l’obiettivo di riflettere sul tema dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani cittadini di paesi terzi che hanno ricevuto supporto soprattutto durante la pandemia di Covid-19.
Nell’occasione è intervenuto Momodou Jallow, un giovane del Gambia arrivato in Italia come minore. Egli ha raccontato la sua storia, le sfide che ha affrontato una volta in Italia, ma soprattutto le opportunità che è riuscito a cogliere grazie all’accoglienza e all’accompagnamento educativo ricevuto, tramite “Salesiani per il Sociale”, all’interno dell’opera “Don Bosco” di Napoli.
La sua testimonianza del ragazzo è stata intensa: Momodou ama il calcio e lo studio, è attivo con il volontariato e ha iniziato da poco un tirocinio. Ma tutto questo è stato possibile perché è stato supportato all’interno del centro diurno e dell’ospitalità attivati nell’ambito del progetto “M’Interesso di Te”, promosso da “Salesiani per il Sociale”, e finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa San Paolo.
Il dibattito avviato dalla sua testimonianza ha messo in luce alcuni punti cardine della questione, che ruotano attorno al tema dell’accoglienza dei minori e dei giovani adulti migranti, come il focus sulla transizione dei giovani verso l’età adulta e il rischio di uscire dai percorsi di accoglienza; il dare voce ai giovani migranti, alle loro esperienze; il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze pregresse nel Paese di origine.
Nel suo intervento Momodou ha, infine, lanciato un messaggio alle istituzioni, chiedendo sempre più supporto per i giovani, pensando anche ai tanti suoi coetanei che hanno bisogno di un indirizzo e una guida, ma che vogliono anche mettersi al servizio degli altri e della comunità in cui vivono.
Mamadou è un ragazzo che si è messo in gioco e sta continuando a farlo e, anche durante quest’epoca di pandemia, ha supportato e continua a supportare la comunità con raccolta e distribuzione di beni alimentari, aiutando lì dove ha ricevuto il sostegno e le opportunità per crescere.