La visita è iniziata ufficialmente nella giornata di sabato 25, con un saluto alla comunità salesiana sondriese. Nel fraterno incontro, alla presenza anche di don Giuliano Giacomazzi, Superiore dell’Ispettoria Italia Lombardo-Emiliana (ILE), il direttore della comunità salesiana di Sondrio, don Giacinto Panfilo, ha omaggiato Don Á.F. Artime con un calice commemorativo della visita.
Successivamente il Rettor Maggiore e i suoi accompagnatori – don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Vanoli, Segretario del Consiglio Generale, e il sig. Hilario Seo, in rappresentanza del Dicastero per la Comunicazione Sociale – hanno visitato la chiesa salesiana, dove per l’occasione è stata esposta una foto che ritrae un giovanissimo Egidio Viganò con Don Filippo Rinaldi, III Successore di Don Bosco.
La giornata si è conclusa con una visita familiare alla comunità locale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Gli atti centrali della visita, tuttavia, hanno avuto luogo ieri, domenica 26 luglio, giorno esatto del centenario.
Dopo una visita privata al cimitero di Sondrio, con soste e preghiere sulla tomba dei salesiani della comunità locale e su quella della famiglia Viganò, nel pomeriggio ha avuto luogo un ricordo pubblico del VII Successore di Don Bosco, presso Piazza Egidio Viganò. A quest’atto commemorativo civile hanno preso parte il vicesindaco di Sondrio, Lorenzo Grillo della Berta, il Prefetto, Salvatore Rosario Pasquariello, altri rappresentanti delle istituzioni locali, membri della Famiglia Salesiana e simpatizzanti dell’opera di Don Bosco.
Nella circostanza, oltre a deporre una corona di fiori ai piedi del busto che ritrae Don Viganò, è stato sottolineato soprattutto il legame che questi sempre mantenne con la sua terra, con le sue amate montagne, “con quelle radici che non vanno perse” come ha sottolineato Don Á.F. Artime.
Mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como – la cui diocesi comprende anche tutta la provincia di Sondrio – ha infatti inviato un messaggio nel quale ha scritto: “Don Egidio ha portato nel suo ministero quelli che sono i tratti tipici della gente di Valtellina: fede profonda, generosità e grande laboriosità. Qui a Sondrio, nell’oratorio, ha mosso i primi passi ed ha ricevuto quegli insegnamenti che lo hanno accompagnato per tutta la vita”.
Mentre il vicesindaco Grillo della Berta ha messo in luce il legame di Sondrio con i salesiani, così come la gratitudine della città verso il carisma di Don Bosco. “I salesiani, Don Egidio Viganò e tutti coloro che proseguono la sua opera concorrono a rendere migliore questo nostro mondo così pieno di problemi e spesso così sordo alle esigenze più vere dell’essenza della vita” ha affermato.
A seguire, nel cortile dell’opera salesiana e nel rispetto delle misure di sicurezza imposte per contenere Covid-19, il Rettor Maggiore ha presieduto l’Eucaristia domenicale. Nell’omelia, traendo spunto dal Vangelo e dall’esempio della rete piena di ogni genere di pesci, il X Successore di Don Bosco ha osservato come Don Viganò, nel suo lungo servizio alla guida della Congregazione (dal 1977 al 1995) abbia saputo vagliare bene, nei difficili anni del post-concilio, le cose che erano da tenere e quelle che erano da lasciare; ha ricordato la grande intuizione del Progetto Africa; e ha sottolineato l’impegno di Don Viganò perché i salesiani fossero uomini autentici nel rapporto con Dio e gli altri.
Oggi, lunedì 27 luglio, il Rettor Maggiore è impegnato nella visita al grande complesso dell’opera salesiana di Sesto San Giovanni, sempre nell’Ispettoria ILE.
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di Gian Francesco Romano
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