La sera di sabato 8 giugno si sono radunati circa una sessantina di ragazzi immigrati, mussulmani e cristiani, molti con i vestiti tradizionali della festa, che, insieme ai giovani e alle famiglie dell’oratorio, hanno dato vita a tale festa.
Hassan, del Ghana, a nome dei ragazzi del Ponte, ha salutato i presenti raccontando: “Siamo 15 minorenni, ma con noi ci sono anche neo maggiorenni, e il totale sale a 26… il sabato sera, con il progetto ‘PuntoGiò’, invitiamo altri nostri amici immigrati e il numero sale oltre i 40, giochiamo a pallone, a biliardino, guardiamo le partite alla TV, mangiamo qualcosa... Passiamo del tempo insieme in questo luogo. Veniamo da Ghana, Gambia, Bangladesh, Costa d’Avorio, Nigeria, Egitto, Pakistan, Senegal, Mali, Guinea Bissau. Alcuni di noi sono in Italia da due anni, altri da pochi giorni, quasi tutti arrivati con i famosi barconi… E molti di noi sono passati anche dalle famose e conosciute prigioni libiche… Ma queste storie, grazie a Dio, sono passate. La maggior parte di noi siamo mussulmani, con noi ci sono anche dei cristiani. Stiamo bene insieme, senza difficoltà, ma soprattutto stiamo bene al ‘Don Bosco’ … Qui non esiste prima questi o prima gli altri… Qui ci sentiamo tutti primi!”
Karim, dall’Egitto, presentando il significato della festa del Ramandan, ha sottolineato: “stasera vogliamo pregare e festeggiare con voi, soprattutto con i nostri fratelli cristiani, perché Dio è uno, lo stesso Dio, nostro e vostro: il Dio di Abramo. Pregare insieme per noi è importante, non è la prima volta… anche a Natale, una festa cristiana fondamentale, abbiamo pregato insieme. È importante perché solo così possiamo dire che siamo fratelli, ci vogliamo bene e non ci sono guerre, né odio”.
La serata è iniziata con un significativo momento di preghiera cristiana e mussulmana. Moussa ed Aliu, ragazzi mussulmani dal Senegal, hanno cantato preghiere islamiche; Julius, cristiano della Nigeria, ha cantato “Jesus, You are Great”. Il momento di preghiera si è concluso con il segno dello scambio della pace tra tutti i presenti.
Gli stessi ragazzi hanno organizzato poi il prosieguo della serata, con tradizionali piatti etnici africani ed asiatici e un momento musicale finale.
I Salesiani del “Don Bosco” di Napoli, molto impegnati negli aspetti sociali dei minori della città di Napoli, credono fortemente a questi momenti di integrazione come gesti importanti per educare i giovani alla fede.
Di don Giovanni Vanni, SDB
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