Il Papa ha esordito ricordando la vicinanza e l’importanza di Mamma Margherita, una donna umile, “che non aveva studiato nella facoltà di teologia”, ma che fu in grado di pronunciare “una profezia di mamma” quando disse a Don Bosco, nel giorno della sua ordinazione: “Oggi incomincerai a soffrire” – una sofferenza intesa come segnale dell’impegno per il bene.
Poi, esaminando l’azione apostolica di Don Bosco, Papa Francesco ha osservato: “Lui ha visto in quell’epoca massonica, mangiapreti”, di “un’aristocrazia chiusa, dove i poveri erano realmente i poveri, lo scarto, lui ha visto sulle strade quei giovani e ha detto: ‘Non può essere!’”.
Ha proseguito ancora il Papa: “Ha guardato con gli occhi di uomo, un uomo che è fratello e papà pure, e ha detto: ‘Ma no, questo non può andare così! Questi giovani forse finiranno da don Cafasso, sulla forca … no, non può andare così’, e si è commosso come uomo e come uomo ha incominciato a pensare strade per fare crescere i giovani, per fare maturare i giovani. Strade umane. E poi, ha avuto il coraggio di guardare con gli occhi di Dio e andare da Dio e dire: ‘Ma, fammi vedere questo … questo è un’ingiustizia … come si fa davanti a questo … Tu hai creato questa gente per una pienezza e loro sono in una vera tragedia …’. E così, guardando la realtà con amore di padre – Padre e Maestro, dice la liturgia di oggi – e guardando Dio con occhi di mendicante che chiede qualcosa di luce, comincia ad andare avanti”.
Così, dopo averlo indicato come modello a tutti i giovani del mondo nella veglia della GMG di Panama, ieri il Papa ha presentato Don Bosco come esempio per tutti i sacerdoti, come emblema del sacerdote che passa “tanto tempo davanti al tabernacolo” e tanto tempo in mezzo alla sua gente.
“Il guardare così gli ha fatto vedere la strada, perché lui non è andato con il Catechismo e il Crocifisso soltanto, ‘fate questo …’ … I giovani gli avrebbero detto: ‘Buonanotte, ci vediamo domani’. No, no: lui è andato vicino a loro, con la vivacità loro. Li ha fatti giocare, li ha fatti in gruppo, come fratelli… È andato, ha camminato con loro, ha sentito con loro, ha visto con loro, ha pianto con loro e li ha portati avanti, così. Il sacerdote che guarda umanamente la gente, che sempre è alla mano”.
Il Papa quindi ha ringraziato Dio per “averci dato” san Giovanni Bosco, che da bambino iniziò a lavorare, sapeva cosa significasse guadagnarsi il pane ogni giorno e aveva capito cosa fosse la pietà, “qual era la vera verità”. Per questo maturò un grande cuore di padre e di maestro, e portava con sé quello che diventò il suo tratto distintivo: “E qual è il segnale che un prete va bene, guardando la realtà con gli occhi di uomo e con gli occhi di Dio? – ha chiesto infine il Santo Padre – La gioia. La gioia. Quando un prete non trova gioia dentro, si fermi subito e si chieda perché. E la gioia di Don Bosco è conosciuta: è il maestro della gioia, eh? Perché lui faceva gioire gli altri e gioiva lui stesso. E soffriva lui stesso. Chiediamo al Signore, per l’intercessione di Don Bosco, oggi, la grazia che i nostri preti siano gioiosi: gioiosi perché hanno il vero senso di guardare le cose della pastorale, il popolo di Dio con occhi di uomo e con occhi di Dio”.
Quasi come sintesi della sua omelia, nella mattinata di ieri il Pontefice ha anche twittato: “Don Bosco ha avuto il coraggio di guardare la realtà con gli occhi di uomo e con gli occhi di Dio. Che ogni sacerdote lo imiti: guardando la realtà con occhi di uomo e con occhi di Dio”.