In questi giorni episcopato e governo indiani sono in costante e stretto contatto, con i vescovi che hanno espresso la loro gratitudine per quanto è già stato fatto. “Siamo grati al governo indiano, in particolare al Ministro degli Esteri, on. Sushma Swaraj, per i suoi sforzi seri e sinceri di seguire il processo di individuazione e liberazione di don Tom”.
Al tempo stesso, però, i presuli hanno preso atto che non vi è alcuna “risposta precisa” sulle modalità di rapimento del missionario, né sull’identità dei suoi sequestratori.
E nel deplorare le “macabre notizie” che circolano tra i media e che incrementano l’angoscia dei familiari del sacerdote rapito, i vescovi indiani affermano anche che “sarebbe nell’interesse del nostro paese sforzarsi di verificare la veridicità di queste sgradevoli indiscrezioni”.
Oltre al Ministro degli Esteri, anche il Premier Narenda Modi e il ministro degli Interni, Rajnath Singh, sono stati sollecitati a mettere in campo una “azione urgente per assicurare la salvezza di don Tom”.
La nota dei presuli riferisce inoltre che il Vaticano sta moltiplicando gli sforzi, attraverso i propri canali diplomatici.
I vescovi hanno anche reso noto che un funzionario del Ministero degli Esteri ha promesso loro un incontro con il ministro Swaraj al momento più opportuno, per condividere i “dettagli disponibili e pertinenti” sul caso del missionario rapito.