Augusto Hlond nacque a Brzęczkowice, Alta Slesia, il 5 luglio 1881 e morì a Varsavia il 22 ottobre 1948. Entrato giovanissimo nella Società Salesiana, fece il noviziato in Italia a Foglizzo Canavese. Dopo la professione religiosa fu inviato a Roma dove frequentò l’Università Gregoriana. Ordinato sacerdote il 23 settembre 1905, fu Direttore di varie case salesiane a Przemyśl e quindi a Vienna.
Fu il primo Superiore dell’Ispettoria Tedesco-Ungarica. A Vienna ebbe modo di farsi apprezzare da mons. Achille Ratti, il quale, divenuto pontefice, lo nominò Amministratore apostolico dell’Alta Slesia, responsabilità di eccezionale delicatezza.
Nominato vescovo di Katowice il 14 dicembre 1925, il 24 giugno 1926 veniva promosso alla sede arcivescovile di Gniezno e Poznań, ricevendo anche la nomina di Primate di Polonia. Ricevette la porpora cardinalizia da Pio XI il 20 giugno 1927. Nel 1932 fondò la Congregazione: “Societas Christi pro Emigrantibus Polonis” (la Società di Cristo per gli Emigrati della Polonia).
Nel 1936, da Primate di Polonia, guidò il primo Sinodo dei vescovi polacchi. Diventò un grande promotore dell’Azione Cattolica. Fu il primo pastore in Polonia, se non in tutto il mondo, che istituì la “Festa della Gioventù”. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel settembre del 1939, e il devastamento della Polonia, il card. Hlond, su richiesta del governo polacco, d’accordo con il Nunzio apostolico, andò a Roma per informare il Santo Padre della tragica situazione della Polonia; impossibilitato a rientrare in Patria, si rifugiò a Lourdes. Nel settembre 1944 venne deportato dai nazisti in Germania, e riuscì a ritornare in patria nel luglio del 1945.
Il 4 marzo 1946, pur mantenendo la sede di Gniezno, fu nominato da Pio XII arcivescovo di Varsavia. Il suo successore, il venerabile cardinale Stefan Wyszyński, lo definì un Pastore “con lo sguardo lanciato nel futuro”.
È significativo che questo passaggio della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del cardinale Hlond sia avvenuto il 15 maggio, primo giorno della novena di Maria Ausiliatrice, verso la quale il Servo di Dio nutrì sempre una profonda devozione.
Da Torino infatti diffuse in Polonia il culto a Maria Ausiliatrice e consacrò la Polonia al Cuore Immacolato di Maria. L’affidamento a Maria lo sostenne sempre nelle avversità e nell’ora dell’incontro estremo con il Signore. Morì con la corona del Rosario fra le mani dicendo ai presenti che la vittoria, quando sarebbe venuta, sarebbe stata la vittoria di Maria Immacolata.