“Il 2017 è stato un anno molto importante per i cristiani ed il popolo del Myanmar” esordisce il porporato, ricordando subito dopo la visita di “Papa Francesco, l’apostolo dell’Amore e della Pace” che “ha visitato ogni componente del paese, sollecitando tutti a proseguire nel pellegrinaggio della pace.”
“Guarire le ferite, cercare una riconciliazione completa, ripagare l’odio con l’amore redentore” è quanto è rimasto, come sintesi di quella visita, nelle parole del cardinale. “La guerra infuria in molte aree. (…) Le persone che prosperano nei discorsi di odio feriscono i nostri fratelli e sorelle con la guerra, lo sfollamento e la povertà, rendendo un paese con tali benedette risorse naturali uno dei più poveri al mondo. Ferite economiche, ferite sociali, ferite politiche continuano a far sanguinare la nazione. Gli eventi recenti hanno visto la nazione sfidata dalla comunità internazionale. Dobbiamo attuare un programma di Amore e Pace!” scrive accorato il cardinale.
Dopo aver ricordato con particolare attenzione anche lo sfruttamento delle risorse naturali, con menzione particolare al fiume Irrawaddy, “un fiume sacro per il popolo”, il card. Bo incoraggia: “la pace basata sulla guarigione delle ferite è possibile. La vera pace è costruita sull’amore (…). L’amore compassionevole deve diventare la religione comune di questa nazione. Le religioni devono riunirsi per la pace. Coloro che cercano l'odio in nome delle religioni mancano di amore”.
“Vediamo in modo creativo una nazione di speranza – conclude infine il cardinale salesiano –. Il Natale è quella stagione di speranza. Prego per ricevere benedizioni su ciascuno di noi, affinché possiamo mobilitare i nostri istinti spirituali verso la costruzione del Myanmar come nazione di opportunità, pace, amore e guarigione per tutti noi. Buon Natale e prospero anno nuovo!”
Fonte: AsiaNews