La grave situazione che stanno vivendo moltissimi venezuelani ha risvegliato la solidarietà di diverse istituzioni, tra cui la Chiesa Cattolica. “La Chiesa venezuelana si sta occupando della popolazione più povera e vulnerabile di 4 Stati: Distretto Capitale, (Caracas), Vargas, Miranda e Zulia, nei quali il deficit nutrizionale è del 70% e dove l’8% dei bambini soffre di grave malnutrizione”, ha affermato la dott.ssa Susana Rafalli, di Caritas Venezuela, in una conferenza stampa con i media esteri.
In questo contesto grande è anche il protagonismo degli ambienti salesiani: nelle parrocchie affidate ai Figli di Don Bosco sono stati attivati vari programmi che permettono di offrire ai più bisognosi almeno qualcosa da mangiare: presso la parrocchia “Maria Ausiliatrice” di Boleita, Caracas, ad esempio, attraverso il programma “Pentola di Solidarietà”, tutti i venerdì viene somministrato un pasto a circa 300 persone, preferibilmente giovani ed anziani.
Nella parrocchia “Maria Ausiliatrice” di Sarría, quartiere della capitale, l’iniziativa viene chiamata “lo Stufato Solidale”: si realizza di venerdì, ogni due settimane, e beneficia circa 200 persone bisognose, tra i quali un folto gruppo di bambini.
Anche nella zona popolare di Petare, sempre a Caracas, i giovani e i bambini che frequentano l’oratorio Brisas de Turumo, hanno iniziato a ricevere un piatto di cibo. “Quest’iniziativa è nata perché molti bambini ci riferivano che mangiavano poco o niente. Il primo giorno che abbiamo realizzato quest’attività alcuni bambini ci hanno chiesto se potevano portare qualcosa a casa per la loro famiglia, dato che neanche a casa avevano da mangiare” ha raccontato uno dei coordinatori dell’oratorio.
Le attività svolte nelle parrocchie e negli oratori dipendono esclusivamente dalla solidarietà delle persone. Tutti contribuiscono secondo le loro possibilità: chi con il cibo, chi con il denaro, chi con il tempo speso nel volontario. Senza dubbio, la “S” della Solidarietà è anche la “S” dei Salesiani.