di Paco Puentes
Questa nuova iniziativa di educazione è gestita dalla Fondazione Don Bosco, che mediante una eccezione dell’Ispettorato educativo andaluso che permette forme di scolarizzazione senza la frequenza degli studi secondari. Tredici ragazzi cordovani con situazioni complesse frequentano i corsi del Centro per recuperare il proprio itinerario scolastico o professionale e ristrutturarsi come persone.
Il sistema educativo spagnolo ha la percentuale più alta di abbandono scolastico di tutta l’Unione Europea e non sempre trova le risposte adatte ad arrestare il fenomeno. Nei centri di prima e seconda opportunità invece, si gestisce l’educazione secondo un modello pedagogico molto individualizzato e basato su un rinforzo di competenze basilari e lavorative.
E’ un modello impiantato per comunità autonome che si sta adattando alle normative diverse e alle politiche specifiche dell’Educazione.
Questi centri sono solitamente frequentati da minori con situazioni personali complesse, che a colpa del ritmo frenetico del curricolo programmato, si perdono nella massa dei compagni e anche le classi di appoggio non riescono a incidere a sufficienza sul loro profilo scolastico.
Gli allievi non riescono a prestare la stessa attenzione in classe se la famiglia è scompaginata, non ha una sufficiente competenza linguistica, non riescono a dormire o a mangiare a sufficienza… “Il sistema dà per certo che io sto bene. Non ti permette di stare male. Se c’è qualche circostanza che ti causa disorientamento e non ti lascia raggiungere gli obiettivi prefissati, ti senti unico e diverso. Incominci così a crederti incapace e a bloccarti”.
Questa seconda opportunità “Il salvavita per studenti falliti” è stato predisposto dalla Fondazione Progetto Don Bosco ed è un aiuto prezioso per tanti giovani.
Fonte: El Pais